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martedì 17 dicembre 2013

Brasile: Guarani "Coca Cola deve smettere di comprare zucchero della nostra terra"

Un leader Guarani
I Guarani del Brasile hanno chiesto a Coca Cola di smettere di comprare zucchero dal gigante alimentare americano Bunge, coinvolto in un caso scandaloso di accaparramento di terra. Un recente rapporto di Oxfam infatti, ha rivelato che Coca Cola si rifornisce di zucchero dalla Bunge la quale, a sua volta, compra canna da zucchero dalla terra rubata ai Guarani per produrre biocarburanti “macchiati di sangue indiano”.

Coca Cola deve smettere di comprare zucchero dalla Bunge” ha detto un portavoce Guarani a Survival International. “Mentre queste compagnie si arricchiscono, noi soffriamo la fame, la miseria e gli omicidi.” 

martedì 3 dicembre 2013

Assassinato leader Guarani, protagonista de “La terra degli uomini rossi”

Ambrosio Vilhalva
© Survival
Ambrósio Vilhalva, leader Guarani e star del film “Birdwatchers – La terra degli uomini rossi”, è stato ucciso sabato notte. Da decenni lottava per garantire al suo popolo il diritto di vivere nella terra ancestrale.

Sembra che sia stato accoltellato all’ingresso della sua comunità, nota come Guyra Roká, nello stato brasiliano del Mato Grosso do Sul. È stato trovato morto nella sua capanna, con ferite multiple da accoltellamento. Nei mesi scorsi aveva ricevuto diverse minacce.


lunedì 2 settembre 2013

Incendio devasta accampamento Guarani. Ora vivono e muoiono sul ciglio della strada.

Un incendio ha divorato un accampamento dei Guarani allestito sul ciglio della strada: gli Indiani sono stati costretti a scappare mentre le loro tende venivano rase al suolo, le riserve di cibo distrutte e i loro averi persi nelle fiamme.

Sembra che l’incendio sia divampato nella piantagione di canna da zucchero di São Fernando, che occupa la terra ancestrale della comunità Apy Ka’y. Secondo la polizia ambientale brasiliana, le fiamme hanno distrutto un’area di circa 1.000 ettari, comprendente anche l’accampamento indigeno. Le cause sono ancora da accertare.

martedì 22 gennaio 2013

I Guarani ricordano Marcos Veron a 10 anni dalla morte

Marcos Veron

I Guarani si sono riuniti per celebrare il decimo anniversario della morte di Marcos Veron, brutalmente assassinato dopo aver riportato la sua comunità nella terra ancestrale. L’omicidio, compiuto dai sicari di un allevatore locale, ha avuto eco in tutto il mondo, e Marcos è divenuto un simbolo del coraggio e della tenacia con cui i Guarani continuano a lottare per riconquistare la loro terra nonostante sofferenze e violenze terribili.

“Soffriamo tremendamente per la mancanza del nostro leader Marcos Veron, morto in un bagno di sangue” ha detto Adelsa, nuora di Marcos, a Survival. “Ma la sua voce continua a parlarci nei nostri sogni.” Due anni fa un tribunale brasiliano ha giudicato tre dei sicari armati colpevoli di rapimento, tortura e associazione a delinquere in relazione alla sua morte, ma sono stati assolti dalle accuse di omicidio e tentato omicidio.

lunedì 17 dicembre 2012

Gli indigeni che 'resistono' lungo le strade del Mato Grosso del Sur

Foto di Rose Gauditano

La fotografa brasiliana Rose Gauditano ha realizzato una serie di scatti nei quali mostra la lotta per la sopravvivenza del popolo indigeno dei guaraní kaiowá, la seconda maggiore etnia del Brasile, che vive ai bordi delle strade del Mato Grosso del Sur. 

Tra le varie foto quella di un gruppo di guaraní kaiowá che vivono lungo la strada 163. Una situazione che vorrebbero transitoria nella speranza che la Funai, Fondazione Nazionale dei popoli indigeni, identifichi formalmente la terra dove andare a vivere. 

lunedì 26 novembre 2012

Brasile: ‘avvelenata’ l’acqua dei Guarani


La principale fonte d’acqua di una comunità di Indiani brasiliani sarebbe stata avvelenata da uno degli allevamenti più controversi dello stato del Mato Grosso do Sul. A sostenerlo sono i Guarani della comunità di Ypo’i, che hanno utilizzato un cellulare per filmare la contaminazione che si è diffusa rapidamente e ha ricoperto gran parte del fiume per ben due giorni.

“I bambini stavano facendo il bagno quando hanno visto la schiuma bianca…” raccontano i Guarani. “Abbiamo risalito la corrente su fino all’allevamento dove abbiamo visto due grandi container.” L’allevamento in questione appartiene al latifondista brasiliano Firmino Escobar. L’uomo è già stato protagonista di un’aspra disputa con la stessa comunità.

lunedì 29 ottobre 2012

‘Uccideteci tutti, e poi seppelliteci qui’: appello disperato dei Guarani sotto sfratto


Dopo aver saputo che saranno sfrattati ancora una volta, un gruppo di Indiani brasiliani ha lanciato un drammatico appello al governo. Da quando sono riusciti a ritornare in una piccola parte della terra ancestrale, questi 170 Indiani, membri della forte tribù dei Guarani (che in Brasile conta circa 46.000 persone) hanno già subito violenze, morte e numerosi attacchi brutali. 

La loro terra, conosciuta con il nome di Pyelito Kuê/M’barakai, è attualmente occupata da un ranch. La comunità indiana è circondata dalle guardie armate dell’allevatore, con limitata possibilità di procurarsi cibo e cure mediche. Il loro sfratto è stato ordinato da un giudice il mese scorso. “Questa sentenza è parte dello sterminio storico dei popoli indigeni del Brasile” hanno scritto i Guarani in una lettera. “Abbiamo perso la speranza di poter sopravvivere nella nostra terra ancestrale con dignità, e senza subire violenze. Presto saremo tutti morti.”

venerdì 13 luglio 2012

Leader Guarani muore sulla strada


Uno dei più rispettati portavoce dei Guarani brasiliani, José de Almeida Barbosa, è morto lungo una strada. Zezinho, come era conosciuto da tutti, era appena tornato dal Rio+20, il summit delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile. Stava andando in bicicletta dalla sua comunità di Laranjeira Ñanderu verso la città più vicina, per sollecitare ancora una volta le autorità di istituire uno scuola-bus per i bambini guarani, quando è stato investito da un veicolo. Portato subito in ospedale, è morto poco dopo per le ferite riportate.


Aty Guaçu, l’organizzazione dei Guarani, ha dichiarato in un comunicato stampa che “Zezinho è morto combattendo per la terra e la giustizia”. Il testo ricorda anche le parole di Zezinho, ripetute in molte assemblee guarani: “Sto lottando per ricuperare Laranjeira Ñanderu, la nostra antica tekoha (terra ancestrale) e per i nostri figli. Morirò per questo, lo so. Ma mi batterò fino alla morte”.

venerdì 10 febbraio 2012

Brasile: sei uomini accusati per l’uccisione di due Guarani

Rolindo Verà, uno dei due Guarani assassinati
Sei uomini sono stati portati in giudizio per l’uccisione di due Indiani Guarani assassinati nello stato brasiliano del Mato Grosso do Sul nel 2009. Il pubblico ministero ha descritto il caso come una “pietra miliare”. Genivaldo Verá e Rolindo Verá erano stati uccisi nel corso di un attacco armato, dopo che la loro comunità, Y’poi, aveva tentato di rioccupare la terra ancestrale invasa dagli allevatori.

Il Pubblico Ministero ha annunciato che fra gli incriminati ci sono allevatori e politici, che rischiano condanne per omicidio, occultamento di cadavere, uso d’armi da fuoco e violenza fisica su persona anziana. Uno degli uomini sotto inchiesta, l’allevatore di bestiame Firmino Escobar, nel 2010 aveva anche tenuto in ostaggio i Guarani di Y’poi, rinchiudendoli nelle loro terre senza possibilità di ricevere cibo e medicinali.

Survival International ha una registrazione in cui Escobar nega l’accesso al villaggio a una campaigner di Survival in incognito. Escobar aveva anche falsamente dichiarato che in quella terra non c’erano Indiani. Il Pubblico Ministero sta valutando di aprire una nuova inchiesta su altre persone che potrebbero essere state coinvolte dall’attacco fatale del 2009.

Rivolgendosi a Survival, un Guarani di Y’poi ha dichiarato: “È veramente una buona notizia, ed è proprio quello che speravamo”. Le comunità guarani subiscono attacchi continui da parte di sicari armati alle dipendenze degli allevatori che vogliono sfrattarli dalla loro terra, ma raramente i colpevoli vengono arrestati.

L’avvocato dell’accusa Thiago dos Santos Luz ha descritto la decisione come un passo cruciale “nella lotta per l’efficace tutela dei fondamentali diritti degli Indiani Guarani del Mato Grosso do Sul, che sono vittime di continue violenze”.  Che i responsabili dell’uccisione dei Guarani vengano portati in tribunale è rarissimo. Uno dei pochi precedenti risale al 2011 e riguarda l’assassinio di Marcos Veron, un leader guarani conosciuto a livello internazionale, picchiato a morte nel 2003.

“Quest’indagine è incoraggiante” ha commentato oggi Stephen Corry, Direttore generale di Survival International, “ma il governo brasiliano dovrebbe ricordare che tra i Guarani ci sono molti altri morti che aspettano inchieste e giustizia. Per lungo tempo gli allevatori hanno continuato a sferrare attacchi contro i Guarani nella più totale impunità – la tribù non dovrebbe vivere sotto la minaccia dei sicari per aver ripreso possesso della terra che gli appartiene di diritto”.

fonte survival.it

giovedì 26 gennaio 2012

Ancora minacce contro i Guarani

Nisio Gomes, il leader Guarani assassinato
Continuano le minacce ai Guarani dopo l’assassinio del loro leader Nísio Gomes avvenuto nel novembre dello scorso anno per mano di un gruppo di sicari armati. I Guarani della comunità di Guaviry hanno riferito che un uomo non indigeno, che affermava di essere alle dipendenze di un allevatore locale, avrebbe avvicinato gli Indiani la scorsa settimana minacciando un nuovo attacco da parte dei sicari.

Gomes è stato brutalmente assassinato dopo aver guidato la sua comunità a rioccupare la terra ancestrale, oggi invasa dagli allevatori. Le autorità stanno indagando sul caso. Da allora, i nomi dei leader più importanti dei Guarani sono stati inseriti in una lista nera utilizzata dai sicari per intimidire la popolazione.

venerdì 9 dicembre 2011

Giornata dei Diritti Umani: i 10 abusi misconosciuti contro i popoli tribali

In occasione della Giornata dei Diritti Umani, celebrato il 10 dicembre, Survival International ricorda 10 violazioni commesse contro i popoli tribali del mondo per richiamare l’attenzione dei media su abusi che continuano a perpetuarsi nell’indifferenza dei più.

Firmata 63 anni fa, la Dichiarazione dei diritti dell’uomo è stata la prima affermazione universale dell’esistenza di un corpo di diritti spettanti indistintamente a tutti gli esseri umani. Nonostante i 48 anni trascorsi dalla sua formulazione, molte delle sistematiche violazioni subite dai popoli tribali restano ancora oggi pressoché misconosciute, o continuano ad essere perpetuate lontano dai riflettori dell’opinione pubblica.

I dieci casi descritti sono solo alcuni dei tanti raccontati anche nel libro di Stephen Corry ‘Tribal peoples for tomorrow’s world’, ora disponibile anche su Amazon (solo in inglese).

lunedì 21 novembre 2011

Leader guaranì ucciso sotto gli occhi della sua comunità

Nisio Gomes, il leader guaranì assassinato
"Abbiate cura di questa terra’: le ultime parole del leader guarani brutalmente assassinato sotto gli occhi della sua comunità. Venerdì 18 novembre, alcuni uomini armati e mascherati hanno ucciso uno dei leader religiosi dei Guarani sotto gli occhi della sua comunità.

Dopo aver fatto sdraiare per terra gli altri presenti, gli uomini hanno circondato Nísio Gomes e, secondo i testimoni, gli hanno sparato colpi in testa, sul petto, sulle braccia e sulle gambe. Il corpo del 59enne è stato poi portato via. Si ritiene che Gomes fosse l’obiettivo principale dell’attacco, anche se ci sono notizie non confermate del rapimento di due o tre adolescenti, ancora dispersi.

giovedì 27 ottobre 2011

Là dove la civiltà è solo una minaccia

Il polmone del nostro pianeta, un luogo 'magico', regno della biodiversità: l'Amazzonia. Un luogo dove le leggende hanno il diritto di esistere, così come gli uomini che in queste foreste sono nati e dove i loro territori ancestrali vengono quotidianamente minacciati dalla cosiddetta civiltà che non è altro che l'interesse economico delle grandi multinazionali del petrolio. Sparse, nell'intricata foresta amazzonica, sono diverse le tribù indigene che vengono dette 'incontattate' e che rischiano di scomparire uccise dalle malattie e dalla cupidigia.

Il fascino del nostro pianeta e della nostra storia di uomini è anche quello che entrati nel terzo millennio, dove ogni nostra azione può essere monitorata, sezionata, controllata, esistono luoghi dove esistono tribù indigene che non hanno mai 'incontrato' l'uomo cosiddetto civilizzato. Uomini e donne che vivono di ciò che la natura gli offre. Cacciano con archi e frecce, spesso con cerbottane. Le loro case hanno una struttura molto leggera, fatta di legno e foglie di palma, appena sufficiente per appendervi sotto un’amaca.

venerdì 7 ottobre 2011

Scioccante il tasso di suicidi fra gli Indiani brasiliani

In occasione della Giornata mondiale della salute mentale, Survival International ha richiamato l’attenzione sulle conseguenze fatali e permanenti che la perdita della terra può causare ai popoli indigeni. Un’ondata di suicidi senza precedenti in Sud America ha colpito la tribù brasiliana dei Guarani: tra il 1981 e oggi, si sono tolti la vita più di 625 indigeni; la più piccola aveva solo 9 anni.

Negli ultimi decenni questo popolo si è visto praticamente derubare di tutta la sua terra da allevatori e coloni. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità
“spesso il tasso di suicidio tra i popoli indigeni è molto più elevato di quello del resto della popolazione dei paesi dove vivono. Secondo il luogo e l’età, il tasso di suicidio tra gli indigeni può essere di oltre 100/100.000 all’anno, ovvero due o tre volte più elevato di quello generale”.

Il fenomeno è particolarmente evidente tra i Guarani. Uno studio realizzato dal Ministero brasiliano della Salute ha dimostrato che il tasso dei suicidi tra questo popolo è 19 volte più alto della media nazionale e ne ha sottolineato un’incidenza spropositata tra i giovani e gli adolescenti.

“Può forse esserci un segno più chiaro della disperazione di questi popoli del fatto che i loro bambini si tolgono la vita?” ha commentato il Direttore Generale di Survival, Stephen Corry. “È una scioccante accusa di responsabilità per il “miracolo” economico brasiliano, che ruba la terra ai Guarani e distrugge le loro vite. La salute psicologica degli indigeni rimane intatta solo quando sono garantiti i loro diritti territoriali.”

Altre interessanti informazioni sugli effetti che la perdita della terra e lo sviluppo “imposto” possono avere sui popoli indigeni, esiste un dossier realizzato da Survival e dal titolo “Il progresso può uccidere


fonte survival.it

mercoledì 5 ottobre 2011

Avvocato brasiliano condannato per razzismo contro gli Indiani Guarani

Un uomo è stato condannato al carcere in Brasile per razzismo nei confronti degli indigeni. Li avrebbe descritti come “vagabondi” e “girovaghi” in un articolo comparso su un quotidiano. L’articolo rafferma che gli indigeni, inclusi i Guarani, “hanno preso possesso della terra come veri vandali”.

Lo scrittore, l’avvocato brasiliano Isaac Duarte de Barros Júnior, continua: “La salvaguardia di tradizioni che contraddicono la modernità è retrograda e deve finire”. L’avvocato è stato condannato a due anni di carcere e, a seconda dell’esito di un’udienza ancora in corso, potrebbe anche essere costretto a pagare milioni di dollari come risarcimento per i danni morali.


Il razzismo contro gli Indiani Guarani è molto diffuso, ma questo episodio costituisce uno dei pochi casi conclusisi con un arresto. I Guarani del Brasile sono oltre 40.000. Come molte altre tribù, hanno un profondo legame con la loro terra, dalla quale dipendono. Tuttavia, sono stati derubati di gran parte della terra ancestrale a favore di allevamenti di bestiame e piantagioni di canna da zucchero e soia. Molte comunità si ritrovano costrette a vivere in riserve sovraffollate o accampati a lato delle strade con scarsa possibilità di procurarsi cibo e acqua pulita.

I Guarani chiedono la restituzione delle loro terre ancestrali e il rifiuto degli occupanti di cedere ha alimentato divisioni etniche nell’area. Numerosi Guarani sono stati uccisi dopo aver guidato le loro comunità a rioccupare la propria terra.


fonte survival.it

venerdì 30 settembre 2011

Guarani ucciso e abbandonato dagli uomini armati al soldo degli allevatori

Un uomo Guarani di soli vent’anni è morto per le ferite riportate durante un violento attacco sferrato, pare, da uomini armati al soldo di allevatori di bestiame brasiliani. Teodoro Ricardi è morto martedì sul ciglio di una strada nello stato centro-occidentale del Mato Grosso do Sul. È stato accoltellato sette volte e il suo corpo era coperto di lividi.

L’assalto è avvento nei pressi del ranch São Luiz, da cui due testimoni guarani dicono di aver visto fuggire alcuni uomini dopo l’incidente, diretti nella foresta. Il ranch si estende sulla terra ancestrale dei Guarani. La comunità di Teodoro, Y’poi, è rimasta sotto assedio sin da quando ha rioccupato parte della sua terra, nel 2010. I Guarani vivono intrappolati dagli allevatori, che limitano il loro ricorso alle cure mediche.

“Siamo perseguitati” ha detto un Guarani di Y’poi a Survival International. “Ci trattano come animali, ci uccidono e ci buttano in strada.” I Guarani del Mato Grosso do Sul, che stanno cercando disperatamente di recuperare una frazione dei loro territori originari, subiscono l’aspra e violenta resistenza dei facoltosi allevatori e dei proprietari delle piantagioni di canna da zucchero e soia.

“I Guarani avevano già sofferto abbastanza senza che dover sopportare anche il dolore dell’assassino di Teodoro” ha commentato il direttore generale di Survival, Stephen Corry. Se il governo brasiliano avesse permesso ai Guarani di vivere nella terra che appartiene loro di diritto, la sua morte avrebbe potuto essere evitata, così come quella degli altri prima di lui.

Nel 2009, Navi Pillay, Alto Commissario per i diritti umani alle nazioni Unite, aveva espresso il suo sgomento di fronte alla lotta dei Guarani, che descrisse come una tribù “incredibilmente invisibile".

fonte survival

martedì 13 settembre 2011

Brutale attacco ai Guarani del Brasile con camion carichi di uomini armati

Survival International ha saputo che alcuni camion carichi di uomini armati stanno cacciando con violenza i Guarani del Brasile dalle loro terre, in preda al terrore di perdere la vita. “Le vite di molte persone sono in imminente pericolo” ha dichiarato a Survival Tonico Benites, un antropologo guarani. “In qualsiasi momento potrebbe morire un bambino”. Lo zio di Benites è stato accecato a un occhio durante un altro attacco sferrato recentemente contro le comunità guarani di Pyelito Kuê e M’barakai, a sud dell’Amazzonia brasiliana.


I Guarani sono stati costretti a fuggire per mettersi in salvo dopo che le loro capanne erano state incendiate, i loro indumenti bruciati e le famiglie minacciate. "Lampade e torce ci abbagliavano da tutte le direzioni” ha raccontato un uomo guarani, “e bambini e anziani non potevano scappare. Mentre vi scrivo questo messaggio mi si riempiono gli occhi di lacrime. In queste condizioni non abbiamo quasi più nessuna speranza di sopravvivere in Brasile”.
Sembra che uomini armati abbiano bloccato le strade, distruggendo un ponte che consentiva di raggiungere l’accampamento degli Indiani dall’esterno, e che abbiano circondato i Guarani per impedire l’invio di rifornimenti di cibo e medicinali. Da agosto sono già stati sferrati diversi attacchi ai Guarani, che stanno cercando di riavere la terra ancestrale, sottratta loro dagli allevatori negli anni ‘70.

I Guarani hanno subito persecuzioni anche nel 2003 e nel 2009, quando avevano fatto analoghi tentativi di rivendicare e rioccupare la loro terra.
“È scioccante che i Guarani debbano essere ripetutamente perseguitati per aver tentato di tornare nella terra che gli appartiene a pieno diritto” ha commentato oggi Stephen Corry, direttore di Survival. “Il governo brasiliano deve agire rapidamente prima di vedere cadere altre vite innocenti”.

Il governo brasiliano ha condannato l’ondata di violenza. Survival ha scritto alla Commissione Inter-Americana per i Diritti Umani (IACHR) chiedendo che siano prese misure urgenti per proteggere i Guarani, e al Ministro della Giustizia brasiliano sollecitando la mappatura e la protezione della terra Guarani così come previsto dalla stessa costituzione del Brasile.

fonte survival.it

mercoledì 7 settembre 2011

I Guarani del Brasile chiedono alla Shell di lasciare la loro terra

I Guarani del Brasile hanno chiesto al gigante dell’energia Shell di non utilizzare più la loro terra ancestrale per produrre etanolo. “La Shell deve lasciare la nostra terra” ha detto a Survival International Ambrosio Vilhalva, un Guarani di una delle comunità interessate. “…La compagnia deve smettere di utilizzare la terra indigena. Vogliamo giustizia, e chiediamo che la nostra terra sia demarcata e protetta”.

La Shell e il colosso brasiliano dei biocarburanti Cosan operano insieme con il marchio “Raizen”. Parte dell’etanolo commercializzato, venduto come biocarburante, è ricavato dalla canna da zucchero cresciuta sulla terra ancestrale dei Guarani. “Da quando l’industria ha cominciato a operare” si legge in una lettera degli Indiani indirizzata alle due compagnie, “la nostra salute è venuta meno: stanno peggio i nostri figli, gli adulti e anche gli animali”.


Si pensa che a provocare diarrea acuta tra i bambini guarani e a uccidere pesci e piante siano i prodotti chimici utilizzati nelle piantagioni di canna da zucchero. “Non riusciamo più a trovare molte delle medicine che un tempo crescevano nella foresta” lamentano i Guarani.… “Le piante sono morte per il veleno… I coltivatori non ci hanno mai consultato né ci hanno mai chiesto il permesso prima di piantare sulla nostra terra”


ll fallimento del governo brasiliano nel far rispettare le proprie leggi e demarcare e proteggere la terra dei Guarani destinandola al loro uso esclusivo, ha lasciato la tribù vulnerabile allo sfruttamento delle piantagioni di canna da zucchero. Intanto, molti Guarani vivono in condizioni spaventose, in riserve sovraffollate o accampati ai margini della strada. I Guarani sono stati assassinati a decine mentre cercavano di rioccupare la loro terra ancestrale e molti altri hanno subito violenze. I Guarani di Pueblito Kuê sono solo gli ultimi ad aver subito degli attacchi da quando hanno rioccupato la loro terra all’inizio del mese scorso.


“È tragicamente ironico che i consumatori acquistino l’etanolo dalla Shell come un’alternativa ‘etica’ ai combustibili fossili” ha commentato Stephen Corry, Direttore Generale di Survival International. “Non c’è sicuramente nulla di etico nel modo disumano con cui sono trattati i Guarani. Il governo brasiliano deve far rispettare le sue leggi e fermare la totale distruzione della loro terra.”


fonte survival.it

domenica 29 maggio 2011

I Guarani rioccupano la loro terra. Tensione in Brasile

Una comunità di Indiani Guaranì è rientrata nella propria terra, dopo esser giunti al punto di non poter sopportare oltre di vivere in quelle spaventose condizioni lungo il ciglio di una strada. I Guarani della comunità di Laranjeira Nanderu avevano subito il furto delle loro terre negli anni ‘60 per far posto agli allevamenti di bestiame. Erano riusciti a tornarvi nel 2008, ma furono poi cacciati di nuovo nel settembre 2009 – subito dopo, il loro villaggio fu attaccato brutalmente e ridotto in cenere.

Da allora, hanno vissuto sul ciglio della superstrada, sotto teli di plastica, con scarso accesso all’acqua pulita, al cibo o all’assistenza medica, senza riparo dal caldo intenso e dalle inondazioni. Auto e grossi camion sfilavano accanto alle loro tende giorno e notte. Uno di loro fu travolto e ucciso. “Laranjeira Nanderu era la terra di mio padre, la terra di mio nonno e del mio bisnonno…” - disse ai ricercatori di Survival il portavoce della comunità, Faride, prima della rioccupazione. - “Dobbiamo tornare là per poter lavorare e vivere in pace… questo è il nostro sogno”.

Oggi, la comunità sta sollecitando ufficialmente il governo a proteggere la loro terra per non esserne sfrattati nuovamente. I Guarani hanno un profondo legame spirituale con la loro terra da cui dipendono per il loro benessere fisico e psichico. Dopo aver perso quasi tutta la loro terra a causa degli allevamenti e delle piantagioni di soia e canna da zucchero, da anni migliaia di Guarani vivono in squallide riserve sovraffollate oppure accampati ai lati delle strade.

Alcuni leader guarani che hanno guidato le comunità alla rioccupazione della loro terra sono stati assassinati. Tra di essi c’è anche Marcos Veron, leader riconosciuto a livello internazionale. “Non sorprende che dopo aver sopportato tanta dolorosa precarietà e per così tanto tempo, i Guarani abbiano deciso di affrontare la situazione e di tornare a casa da soli” - ha commentato Stephen Corry, direttore generale di Survival.- “Questa azione dovrebbe scuotere le autorità e indurle a proteggere la loro terra e la comunità dalla minaccia latente di un altro sfratto. È davvero il minimo dovuto loro”.

venerdì 10 dicembre 2010

Survival: nuovi toccanti video sulla condizione dei Guarani

Survival ha pubblicato sul proprio sito, due video sulla drammatica condizione degli Indiani Guarani del Brasile. Il toccante video “Bisogna avere coraggio” mostra la determinazione dei Guarani a vedersi restituire la terra sottratta loro per far spazio ad allevamenti e piantagioni di soia e canna da zucchero.

Le immagini di “I sicari”, racconta invece la rabbia dei Guarani e la paura di essere uccisi dai sicari assoldati dagli allevatori che hanno preso il controllo delle loro terre. “Immagina delle pallottole che volano ovunque senza sosta” racconta una donna nel video. “Di giorno o di notte potrebbero colpire un bambino, una donna, chiunque.”

I Guarani assassinati dopo aver fatto ritorno alla terra ancestrale sono molti, e tra essi c’è anche il famoso leader Marcos Veron, venuto in Italia nell’anno 2000 proprio per denunciare le violenze perpetrate contro il suo popolo. Migliaia di Guarani vivono oggi in condizioni spaventose sotto ripari di fortuna ai lati delle strade principali o in riserve sovraffollate. Il mese scorso, Deborah Duprat, Vice Procuratore Generale brasiliana, ne ha descritto una, la riserva di Dourados, come “forse, la più grande tragedia che affligge i popoli indigeni del mondo intero”.

Questa settimana, il vescovo Erwin Kräutler, vincitore del premio Nobel alternativo, ha descritto la situazione dei Guarani come un “crudele genocidio” che il governo “sta ignorando” nonostante sia “in corso sotto i suoi occhi”.? Il portavoce dei Guarani Anastácio Peralta è attualmente in viaggio per l’Europa per denunciare questa drammatica situazione: “Ci hanno derubato delle nostre terre, hanno distrutto la natura, inquinato i nostri fiumi e macchiato la terra con il sangue del mio popolo. Ma non sono stati in grado di distruggere la nostra lingua, le nostre preghiere, la nostra cultura, la nostra storia e la nostra resistenza”.

“In questo che è il giorno dedicato ai diritti umani, ci sono Guarani che vivono senza avere accesso all’acqua pulita, sotto teli di plastica ai lati delle autostrade oppure intrappolati, quasi senza cibo, da chilometri e chilometri di campi di canna da zucchero” denuncia Stephen Corry, direttore generale di Survival International. “Le autorità brasiliane devono garantire il futuro dei Guarani riconoscendo il loro fondamentale diritto a vivere sulla terra ancestrale.”

All’inizio dell’anno, Survival International ha spedito alle Nazioni Unite un rapporto che denuncia la violenza, i suicidi, la malnutrizione e altre minacce che i Guarani si trovano a fronteggiare.