venerdì 25 luglio 2014

Argentina: Ingegner Jacobacci, un uomo e una città

Nella storia dell'America Latina è 'normale' incontrare le vicende di moltissimi italiani, che scelsero di varcare l'Oceano per un viaggio verso una terra lontana, ma piena di speranza. Storie di uomini, che spesso inconsapevolmente, sono finiti per diventare delle icone, alcuni delle 'strade', altri dei quartieri, ma addirittura, come Guido Amadeo Jacobacci, una città.

Questo signore, del quale si hanno poche e sbiadite foto,  fu il direttore dei lavori della linea ferroviaria Ferrocarril General Roca che operò nella tratta da San Antonio Oeste a San Carlos de Bariloche. Una ferrovia nella Patagonia che riusciva a collegare località che prima erano isolate. Proprio per questo, una di queste località che faceva da terminale alla ferrovia prese il nome di...Ingeniero Jacobacci.




Guido Jacobacci
Guido Jacobacci era nato a Modena, il primo giorno dell'anno 1864. In Italia, a Torino, ottenne la laurea in ingegneria civile, ma come molti, ad un certo punto, decise di emigrare. Era il 1890 e la sua destinazione fu l'Argentina. Lì, conobbe e sposò l'italiana Cecilia Pelezqui, nata a Siena e figlia di un imprenditore ferroviario, e dalla quale ebbe quattro figli: Juan, Jaime, Alfredo e Ernestina. 

Iniziò a lavorare nell'azienda del suocero e tra le altre cose realizzò anche, nel 1906, uno studio per la costruzione del porto di Buenos Aires, dopo aver fatto un viaggio in Europa per studiare grandi porti come quelli di Amburgo e Glasgow. Inoltre partecipò anche alla stesura dei disegni per la posa dei binari della metropolitana della capitale argentina.

Nel 1908 il Ministro Exequiel Ramos Mexía lo nominò Direttore delle Ferrovie Patagóniche, e da lì iniziò la costruzione di una linea tra San Antonio e Nahuel Huapi. Nel 1913 però il governo federale bloccò i lavori al chilometro 392, ma Jacobacci decise di andare avanti, arrivando prima al km 427 e successivamente dirigendo la posa dei binari fino al chilometro 448. Stanco e deluso per non poter concludere il suo progetto, Jacobacci tornò in Italia, ma qualche tempo dopo, prima dello scoppio della Prima Guerra Mondiale, tornò in Argentina e si stabilì a Andalgalá, in Catamarca, dove morì nel luglio del 1922.

Per moltissimi anni i resti dell'ingegnere italiano sono rimasti sepolti al cimitero La Recoleta a Buenos Aires, ma nel 2004, anche per volere dei suoi familiari e su richiesta della comunità jacobacina, che voleva recuperare una parte così importante della sua storia, Guido Jacobacci è stato trasportato nel cimitero della città che porta il suo nome, un nome che fu ufficializzato dal governo nel 1944, ma che già molto prima aveva sostituito quello della località originaria, che fino al 1917 si chiamava Huahuel Niyeu. 

A 5 km da Ingeniero Jacobacci si trova un luogo in cui sono stati ritrovati vari fossili di dinosauri. La zona è chiamata la Tumba de los últimos dinosaurios. Una storia nella storia.

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