lunedì 17 dicembre 2012

Gli indigeni che 'resistono' lungo le strade del Mato Grosso del Sur

Foto di Rose Gauditano

La fotografa brasiliana Rose Gauditano ha realizzato una serie di scatti nei quali mostra la lotta per la sopravvivenza del popolo indigeno dei guaraní kaiowá, la seconda maggiore etnia del Brasile, che vive ai bordi delle strade del Mato Grosso del Sur. 

Tra le varie foto quella di un gruppo di guaraní kaiowá che vivono lungo la strada 163. Una situazione che vorrebbero transitoria nella speranza che la Funai, Fondazione Nazionale dei popoli indigeni, identifichi formalmente la terra dove andare a vivere. 


Ci sono almeno 30 campi indigeni lungo le strade dello stato del Mato Grosso del Sur. La maggioranza sono occupati da guaraníes kaiowás, ma ne esistono anche di altre etnie. "Lo fanno per disperazione e in alcuni casi anche per protesta - ha spiegato alla BBC Rose Gauditano - Fotografo gli indigeni da oltre 20 anni, ma non avevo mai visto una situazione di così grande disagio. Quello che sta succedendo in Brasile è un genocidio silenzioso".


Foto di Rose Gauditano
Secondo l'ultimo censimento, in Brasile ci sono circa 896.000 indigeni, di cui più di 43.000 sono Guarani Kaiowá, che vivono principalmente nel Mato Grosso do Sul. Rosa Gauditano fotografa la vita di questo gruppo da tre anni. Gli studiosi associano l'alto numero di suicidi tra i kaiowás alla mancanza della terra, alla mancanza di speranza che i loro territori siano definiti e al confinamento in piccole riserve dove non possono vivere secondo le loro tradizioni.

I Guarani kaiowás di diversi villaggi si riuniscono regolarmente in un incontro chiamato "Aty Guaçu”. In queste riunioni, le comunità che vivono disseminate nello stato, si trovano per parlare e organizzarsi.  "Quello che mantiene vive le popolazioni indigene sono la loro storia, la loro lingua, la loro religione e le loro rituali", ha detto la Gauditano.

Infine, il popolo di Piracuá, una piccola riserva nel comune di Bela Vista, è un piccolo esempio di come le cose possano anche andare verso una soluzione positiva. "Le famiglie di oggi vivono bene lì, hanno un pezzo di terra, la coltivano e hanno di che vivere. Ci sono scuole, hanno assistenza da parte del governo e anche una foresta nativa", ha concluso la fotografa.


fonte BBC Mundo

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