martedì 7 maggio 2013

Cile paese ospite al XXVI Salone del Libro di Torino

Pablo Neruda

Dal 16 al 20 maggio a Torino si svolge la XXVI edizione del Salone del Libro, che vede la presenza, come paese ospited'onore del Cile, la sua storia, la sua cultura, la sua letteratura. A quarant'anni dal colpo di stato di Pinochet e dalla morte di Pablo Neruda, la cultura di questo paese latinoamericano è più viva e seguita che mai. 

Quella cilena è sempre stata una letteratura costretta ad essere militante, a misurarsi frontalmente con la realtà, a difendere i propri spazi, a battersi contro emarginazioni e repressioni, ad affrontare la via dell'esilio. Costretti al nomadismo ma fortemente radicati nella loro storia, gli scrittori cileni si sono conquistati un'identità che li ha resi popolari in tutto il mondo, da Antonio Skármeta a Isabel Allende.



Luis Sepulveda
Ricchissimo il programma degli eventi dedicati al Cile nel corso della fiera torinese. Si partirà dall'omaggio ai maestri della poesia in una serata condotta da Luis Sepulveda con Bruno Arpaia, in cui verranno letti testi di autori che sono diventati dei classici contemporanei: Gabriela Mistral, Premio Nobel 1945, prima donna latinoamericana ad ottenere quel riconoscimento; Pablo Neruda, anch'egli premiato dal Nobel, voce dalla calda umanità di un intero continente, che in Italia aveva trovato una seconda patria; Gonzalo Rojas, Vicente Huidobro e Nicanor Parra, Premio Cervantes, leggenda vivente della poesia cilena.

Tutte figure, queste, con le quali deve misurarsi una nuova generazione di poeti, che ha tra i suoi principali esponenti Oscar Hahn, molto apprezzato da Mario Vargas Llosa e Raul Zurita, che affronta i temi della paura e dell'assurdo, trasformando la parola in un gesto di sfida e riscatto. Poeta è anche Elikura Chihuailaf, esponente di spicco della minoranza mapuche, che trasporta nel linguaggio scritto le sonorità dell'epica orale.

Roberto Bolano
La moglie Carolina Lopez, l'amico Javier Cercas e Roberto Brodskij, ricorderanno Roberto Bolaño, un punto di riferimento nel campo narrativo e che già negli ultimi anni della sua breve vita irrequieta era diventato una leggenda vivente. Oltre a Luis Sepulveda, che presenterà il suo nuovo libro "Ingredienti per una vita di formidabili passioni", è atteso al Lingotto il decano degli scrittori cileni: Jorge Edwards, narratore e diplomatico (oggi ambasciatore a Parigi), Premio Cervantes 1999, capace di ibridare i generi più disparati e di interpretare il cosmopolitisno di una cultura fedele alla propria identità ma aperta alle esperienze più vive della letteratura internazionale.

Roberto Ampuero, anch'egli costretto all'esilio, ha vissuto a lungo in Europa ed è il padre dell'investigatore Brulé, protagonista di sei fortunati romanzi tradotti da Garzanti. Arturo Fontaine, filosofo di formazione, si misura con il tema del tradimento attraverso la storia di tre donne che, già militanti di sinistra, diventano tra le più spietate collaboratrici del regime di Pinochet.

Oscar Bustamante, che è anche architetto, sottopone la modernità a una rivisitazione che ne colpisce ironicamente i falsi miti. Santiago Elordi, oggi addetto culturale dell'ambasciata romana, mette al centro delle sue opere il rapporto tra arte e vita. Alejandro Zambra, incluso dalla rivista Granta tra i venti più significativi scrittori di lingua spagnola under 40, racconta la storia di un ragazzo che attraverso la scrittura ricupera la storia di un'intera generazione travolta dal regime di Pinochet: il suo romanzo "Modi di tornare a casa" è tradotto da Mondadori. Maria-José Viera Gallo, che ha vissuto a lungo in Italia e negli Stati Uniti, racconta i difficili percorsi di formazione di giovani donne nel Cile dello sviluppo industriale.

Padre Alberto Maria De Agostini
Il fascino dei grandi spazi incontaminati della Patagonia ha sempre attratto gli scrittori, da Brune Chatwin a Daniele Del Giudice. Tra i pionieri di una esplorazione appassionata condotta tra scienza e poesia c'è anche un salesiano piemontese, che ha legato al Cile la propria vita: Alberto Maria De Agostini (1883-1960) si è prodigato per le tribù degli indios minacciate di estinzione, è stato alpinista, fotografo, documentarista e cartografo infaticabile. Il Cile gli ha intitolato un grande parco nazionale. Il suo film "Terre magellaniche" è stato restaurato dal Museo Nazionale della Montagna di Torino, e sarà proiettato la sera di giovedì 16 maggio nella Sala Gialla del Lingotto.

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