giovedì 5 giugno 2014

"El llanto negro de la selva", docufilm sul disastro ambientale nell'Amazzonia ecuadoriana

"El llanto negro de la selva" (Il pianto nero della foresta), è un documentario sul disastro ambientale provocato dall'estrazione di petrolio in Amazzonia, che è stato presentato la scorsa settimana, a cura dell'Ambasciata dell'Ecuador in Italia, presso la sede dell'Istituto Italo-Latino Americano a Roma.

"Questa è una storia che non deve ripetersi", ha dichiarato l'Ambasciatore ecuadoriano in Italia, Juan Fernando Holguin Flores, che ha poi aggiunto, "L'unica colpa della foresta è quella di avere 'dentro di se'' il petrolio. La giustizia è necessaria", ricordando i dati della fuoriuscita di petrolio nel territorio ecuadoriano nel periodo dal 1972 al 1992.


Nella regione ecuadoriana colpita da questo disastro ambientale, si calcola siano stati versati 71 milioni di litri di rifiuti tossici e siano stati contaminati 2 milioni di ettari di terreno. Il documentario mostra le pozze di petrolio nella foresta, oltre alle interviste con molte persone che hanno dichiarato di avere grossi problemi di salute a causa della contaminazione dell'acqua dei fiumi e dell'aria.

Il presidente Correa mostra i danni
ambientali nella foresta amazzonica
"Abbiamo una sola arma, la verità", ha detto il ministro plenipotenzario dell'Ambasciata ecuadoriana, Alba Coello De Barboza. Rispetto al tema della responsabilità, il documentario ricorda che, secondo il Fronte di difesa dell'Amazzonia e il governo dell'Ecuador, il responsabile è la Texaco, gruppo petrolifero nordamericano che operò nel territorio dal 1964 al 1992 e che in seguito fu acquistato dal colosso del settore, Chevron.

Nel 2011, un tribunale dell'Ecuador ha condannato Chevron a pagare 9.600 milioni di dollari, cifra che nel 2012 è diventata di 19.000 milioni. In sua difesa, Chevron dichiara di non essere responsabile di eventuali errori commessi da Texaco e ha denunciato l'Ecuador davanti alla Corte dell'Aia, che a sua volta ha ordinato al governo ecuadoriano di sospendere la sentenza. Secondo Chevron infatti, responsabile del disastro sarebbe PetroEcuador, compagnia petrolifera statale, che partecipava congiuntamente a Texaco nelle operazioni di quegli anni, in quella zona. 

Il processo sul disastro ambientale in Amazzonia è cominciato ben venti anni fa. Oggi, decine di comunità indigene stanno soffrendo le conseguenze di questa contaminazione, che ha colpito la salute di molti, alzando molto il numero di casi di tumore nella zona, aumentando problemi nel concepimento dei bambini e molti casi di bambini nati con grossi difetti fisici. Infine, moltissime comunità indigene della zona, sono state costrette ad abbandonare le loro case e la loro terra a causa della contaminazione ambientale.

fonte Ansa

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