mercoledì 25 giugno 2014

Centinaia di Asháninka nella più grande fossa comune del Perù

Un gruppo di ricercatori del governo peruviano ha scoperto la più grande fossa comune del paese all’interno del territorio ancestrale degli Asháninka, nella giungla del Perù centrale. La fossa contiene i resti di circa 800 persone che, per la maggior parte, sarebbero Asháninka e Matsigenka.

Negli anni ’80 gli Indiani furono decimati dai violenti conflitti intercorsi tra la guerriglia maoista, conosciuta come “Sendero luminoso”, e le forze anti-guerriglia. Durante la rivolta, circa 70.000 persone sarebbero morte o scomparse. Al momento i ricercatori stanno riesumando corpi anche da altre fosse comuni che si trovano all’interno del territorio della tribù.

© Luis Vilcaromero, Ministerio Público Perú/AP
Da quando la loro terra fu invasa per la prima volta dagli spagnoli nel XVI secolo, gli Asháninka sono sopravvissuti a secoli di intensi conflitti. Nel 1742, nel corso di una rivolta che per circa un secolo isolò una vasta area dell’Amazzonia, gli Indiani riuscirono a sconfiggere gli spagnoli.

Oggi il loro territorio è minacciato da progetti petroliferi e del gas, dighe idroelettriche, traffico di droga e deforestazione. Un piccolo gruppo di ribelli di Sendero Luminoso è ancora in azione e rimane in gran parte confinato nei pressi dei fiumi Ene e Apurimac, che fanno parte del territorio ancestrale degli Asháninka.

Quest’anno la leader asháninka Ruth Buendia ha ricevuto il prestigioso Premio ambientale Goldman per il suo lavoro contro la diga Pakitzapango. La diga faceva parte di uno dei sei progetti idroelettrici pianificati da un accordo energetico tra Brasile e Perù, e avrebbe costretto migliaia di Asháninka ad abbandonare le proprie case. Nel 2011, grazie alle azioni legali intraprese, Buendia e la sua organizzazione CARE sono riusciti a fermare la diga.

fonte survival.it

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