martedì 16 ottobre 2012

3° Festival del Cinema Migrante a Buenos Aires


Si conclude in questi giorni a Buenos Aires la terza edizione del Festival Internazionale del Cinema Migrante dove la nostalgia per le proprie radici nei paesi d'origine, la cultura della patria di adozione come donatore di appartenenza e i modi in cui ci si colloca nello spazio urbano, sono stati i principali punti di riflessione di questa edizione.

"Il movimento è una parte dell'essenza umana: fin dall'inizio della sua esistenza, l'uomo si è spostato per trovare fonti di sostentamento. Qualsiasi politica che cerca di impedire questo attenta all'essenza della specie umana", ha detto, in un'intervista all'Ansa, Florencia Mazzadi, direttrice del festival.



Il movimento è inteso dunque come parte costitutiva della natura sociale delle persone. Per questo motivo la rassegna cinematografica argentina si propone di promuovere il dialogo interculturale attraverso le pellicole che raccontano la vita di quelle persone, che, per voontà propria o per forza di cose, sono dovute migrare in un altro paese

L'edizione di quest'anno ha proposto 71 films provenienti da Spagna, Francia, Olanda, Austria, Isole Azzorre, Germania, Turchia, Cina, Italia, Stati Uniti, Perú, Messico, Brasile, Cile e Argentina. Una delle novità di quest'anno è stata la sezione "Migrazione nelle grandi città, il diritto alla città", destinata a far riflettere sulla convivenza interculturale.

"L'intenzione è aprire tematiche nuove e il concetto di città viene affronato in modo meno sistematico. Così parliamo di territorio e di senso di legittimazione, di città come luogo dove esercitiamo la nostra sovranità politica. Le città sono ricettori di persone che arrivano da altre parti per poter lavorare, ma dall'altra parte c'è la segregazione da parte dei cittadini", ha aggiunto la direttrice del festival.

In America Latina, l'Argentina è il paese con la maggior presenza di distinte culture. "Tutte - conclude Florencia Mazzadi - portano i loro colori, il loro cibo, il loro modo di vivere lo spazio. Le culture sono i modi più magnifici che abbiamo per esprimere noi stessi".

fonte Ansa

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