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giovedì 17 aprile 2014

A Buenos Aires in mostra la storia dell'immigrazione in Argentina

"Origini diverse, realtà condivise. I processi migratori in Argentina" è il titolo della mostra, organizzata dal gruppo giovani dell’Associazione Culturale Toscana di Buenos Aires, che è stata inaugurata la scorsa settimana presso il Patronato INAS nella capitale argetina.

Si tratta di un'esposizione che ripercorre, attraverso una ventina di pannelli esplicativi, fotografie e testi, la storia della immigrazione in Argentina, che si può dividere in due fasi: la migrazione europea, che si svolse dalla metà del XIX secolo fino agli inizia del XX, e l’emigrazione degli ultimi vent’anni proveniente dai Paesi limitrofi.

martedì 8 aprile 2014

"Al uso nostro", mostra sull'importanza dell'italiano nel linguaggio rioplatense

A Buenos Aires, fino alla fine del mese di maggio, è stata allestita, al 'Museo del Libro e della Lingua', la mostra "Al uso nostro. El italiano en el lenguaje rioplatense", dove l'influenza della lingua italiana viene illustrata con immagini, testi, tracce di quel gigantesco movimento migratorio che ha modificato la lingua rioplatense.

Il castigliano originale di questa parte dell'Argentina, si è arricchito di sfumature, inflessioni, parole e intonazioni. Spesso contiene anche parole di altre comunità immigrate in Argentina, come rumeni, ucraini, yiddish, guaranì paraguaiani, ma resta primario e fondamentale l'apporto della lingua italiana.

lunedì 3 marzo 2014

Peruviani in Italia, il 60% sono donne

109.374, questo il numero dei peruviani titolari di un permesso di soggiorno in Italia al 1° gennaio 2013 e il 60% sono donne. Un dato che è stato reso noto recentemente in occasione di un incontro con la comunità peruviana a Roma e organizzato dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali.

Il Centro studi e ricerche Idos/Immigrazione dossier statistico, ha presentato un quadro sulla presenza di uomini e donne del Perù in Italia, ricerca dalla quale si scopre come siano le donne ad essere in maggioranza, con un 60%. In generale, un peruviano su tre ha più di 40 anni, la maggior parte ha un lavoro nel settore servizi e quasi tutti vivono tra il Nord e il Centro Italia.

venerdì 20 dicembre 2013

Dagli States e non solo, in cerca del "sogno... latinoamericano"

Gli Stati Uniti sembrano abbiano smesso di essere la 'terra del desiderio', quella dove poter realizzare il proprio sogno e dove migliaia di immigrati hanno cercato in tanti anni di realizzare quello che da tutti era detto "il sogno americano". Questo è quanto appare negli ultimi anni con centinaia di statunitensi che scelgono di andare a vivere in America Latina in cerca di una nuova vita.

E' il caso di James Cummiskey, che ha raccontato all'Ansa come, dopo 20 anni di servizio nell'esercito americano, ha sentito il bisogno di cambiare. Per questo motivo ha venduto tutto ciò che aveva negli States e si è trasferito in Colombia, a Medellin.

venerdì 11 ottobre 2013

“Noi argentini discendiamo anche da quelle navi”

A Milano, nell'ambito del programma 'Argentina: ieri e oggi", il 16 ottobre presso l'Istituto Cervantes è in programma la proiezione di un cortometraggio e due video proiezioni fotografiche sul tema "Immagini dell'immigrazione argentina". Un ulteriore tappa nel percorso, previsto in questo mese di ottobre, per conoscere in profondità la storia e la ricca cultura dell'Argentina.

“Noi argentini discendiamo anche da quelle navi” è il titolo del cortometraggio documentario sociale scritto e diretto da Milena Annecchiarico. Il documentario esplora alcune questioni legate all’invisibilità degli afroargentini come parte di un progetto ideologico nazionale che presenta l’Argentina al mondo. 

venerdì 5 luglio 2013

La longevità sta diventando un problema per Cuba

Cuba è, tra i paesi dell'America Latina, quello con la popolazione più longeva. Una tendenza che allarma gli economisti che pronosticano una precoce mancanza di persone in età 'lavorativa'.

L'incremento della speranza di vita nell'isola caraibica, la cui media è arrivata a 78 anni, e di contro la bassa natalità, pongono il paese nella lista delle nazioni latinoamericane che più invecchiano. A Cuba vivono attualmente più di 1500 centenari e, secondo vari studi demografici, nel 2025 le persone della terza età formeranno un terzo della popolazione cubana. 

mercoledì 11 aprile 2012

"Nel sangue: sogni d'acqua e sbarco" al Parco della Memoria di Buenos Aires

L'immigrazione, l'esilio e la costruzione dell'identità, a partire dalla memoria delle collettività giunte in America. Tutti temi molto sentiti in Argentina, come in Italia e che ora diventano protagonisti dello spettacolo "Nel sangue: sogni d'acqua e sbarco".

La rappresentazione, la cui protagonista è l'attrice e cantante argentina Virginia Innocenti accompagnata dal maestro Diego Vila, è in programma a Buenos Aires nelle giornate del 14, 21 e 29 aprile al "Parque de la Memoria - Monumento a las Victimas del Terrorismo de Estado".

lunedì 2 gennaio 2012

L'America Latina è la seconda destinazione dei nuovi immigranti spagnoli

La crisi mondiale sta cambiando molte cose, così come invertendo molte tendenze tra le quali quelle legate alle destinazioni dei migranti in cerca di lavoro e di una condizione migliore. Questo accade in molti paesi, tra questi la Spagna, nella quale per la prima volta da tempo, il numero di persone che hanno lasciato la penisola iberica in cerca di fortuna, è superiore a quello di coloro che sono arrivati in Spagna per lo stesso motivo.

Nel 2011 la cifra delle persone che hanno lasciato il paese è aumentata del 36% con prima destinazione altri paesi dell'Europa, ma come seconda l'America Latina. "Emigrano i più giovani perchè hanno più possibilità - ha detto il demografo Juan Antonio Fernández Cordón - E' inquietante aver formato magnificamente una popolazione che ora mandiamo nei paesi in via di sviluppo". "Quelli che partono sono giovani molto qualificati e che parlano le lingue", ha aggiunto Antonio Izquierdo, professore di Sociología all'Universita de La Coruña.

martedì 6 dicembre 2011

Spagna, i latinoamericani ritornano nei propri paesi di origine

La crisi economica e l'elevato tasso di disoccupazione in Spagna sta costringendo gli immigranti latinoamericani ad abbandonare il paese iberico e a far ritorno nelle nazioni di origine. Secondo i dati della Segreteria di Stato sull'immigrazione e emigrazione, il numero di ecuadoriani, colombiani, peruviani, argentini e cubani presenti in Spagna, nel primo trimestre del 2011 si è ridotto.

Nei primi tre mesi dell'anno hanno abbandonato la Spagna 3.234 ecuadoriani (7,16%), 1.751 colombiani (4,55%) e 1.511 peruviani (2,88%). Gli argentini si sono ridotti del 3,88%. In controtendenza i boliviani che hanno fatto registrare un aumento dell'11,83% e i paraguaiani del 12,74%. L'arrivo di stranieri in Spagna è cominciato a diminuire nel corso degli ultimi tre anni, passando da 480.974 del 2009 ai 465.169 del 2010.

Quest'anno, secondo le previsioni ufficiali, le presenze caleranno a quota 450.000 e per la prima volta in dieci anni l'emigrazione supererà l'immigrazione. Un esodo che sta coinvolgendo anche gli spagnoli, 27.000 quest'anno, il 23% in più del primo semestre del 2010 e tra questi molti sono giovani laureati.

 L'Ecuador continua ad essere il paese latinoamericano con maggiori presenze in Spagna, seguito da Colombia, Bolivia e Perú. In totale gli immigranti latinoamericani sono 1.426.490 persone, il 28,22% del totale, comunque un numero minore rispetto ai 2.064.404 cittadini dell'Unione Europea, composti principalmente da rumeni, britannici e italiani.

Il tasso di disoccupazione tra gli stranieri si è alzato al 32,72% nel terzo trimestre dell'anno con 15.000 persone che hanno perso il lavoro per un totale di 1.154.200. Gli stranieri residenti in Spagna si concentrano molto in Catalogna e Madrid con più del 46% del totale. Per sesso, le donne rappresentano la maggioranza: Brasile (75%), Colombia (64%), Ecuador (56%), Argentina (56%) e Repubblica Dominicana (54%).

fonte Ansa

giovedì 3 novembre 2011

"Gli stranieri: quale valore economico per la società?"

L'8 novembre, a Milano, a partire dalle 14.30, è in programma nell'Aula Pagani in via Bicocca degli Arcimboldi, il convegno "Gli stranieri: quale valore economico per la società?", un incontro per dare spazio al dibattito e alla riflessione sul ruolo economico apportato dagli immigrati al sistema economico nazionale.

Durante il convegno verrà presentato il Primo Rapporto Annuale sull’Economia dell’Immigrazione (Il Mulino) che raccoglie i risultati di studi e ricerche sulle dinamiche economiche, occupazionali e sociali legate ai flussi migratori in Italia. Aprirà i lavori Giorgio Grossi, Direttore del Dipartimento di Sociologia e di Ricerca Sociale dell’Università di Milano-Bicocca; quindi Stefano Solari, Direttore Scientifico della Fondazione Leone Moressa e Professore Associato di Economia Politica presso l’Università di Padova, presenterà i risultati del Rapporto Annuale.

domenica 13 febbraio 2011

Paesi andini, terra di emigrazione, soprattutto al femminile

Il seminario “Le migrazioni andine in Italia. Contesti di partenza e legami transnazionali”, organizzato dalla Focsiv, è stato anche l'occasione per illustrare la prima di tre ricerche sulle famiglie peruviane ed ecuadoriane trapiantate in Italia, con la conoscenza del contesto familiare, sociale e giuridico nel quale le relazioni si sono costituite e quelli in cui le relazioni si stanno vivendo. La relazione, è stata tenuta dalla sociologa Barbara Ghiringhelli, responsabile dell’Area migrazione e co-sviluppo di Focsiv-Volontari nel mondo, che ha evidenziato come il lavoro svolto sia "uno strumento in più per lavorare con i migranti, destinato ad associazioni, comunità etniche, istituzioni”. Il secondo volume, ha annunciato, è dedicato al Perù, mentre il terzo, in uscita fra circa un mese, tratterà in generale il fenomeno delle migrazioni andine.

Un’area, quella dei Paesi latinoamericani attraversati dalle Ande, che nel ventesimo secolo si è trasformata “da terra di immigrazione a terra di emigrazione, soprattutto al femminile, con delle percentuali significative di famiglie con almeno un componente che vive in maniera permanente all’estero”: un’emorragia di giovani, spesso con un alto livello culturale, che fuggono “dalla regione del mondo con le più acute disuguaglianze di reddito”. Nel 2009 – ha riferito ancora la sociologa – il 78,5% delle donne emigrate dall’Ecuador era madre, al secondo posto dopo le egiziane (94%); il 37% non ha figli in Italia, il 54% li ha tutti in Italia, l’8% li ha un po’ qui e un po’ nella terra di origine. In Perù si stimano 3 milioni di emigrati; secondo l’undicesimo Censimento nazionale, che risale al 2007, 704.746 famiglie hanno almeno un membro del nucleo in un altro Paese (il 10,4% del totale). Famiglie che sono “beneficiarie delle rimesse, ma anche potenziali vittime del costo umano della migrazione, in termini di lontananza degli affetti e di rottura dei legami”.

Edito da Carocci, il primo volume si intitola “La famiglia transnazionale. Tutela dei legami e conoscenza dei diritti tra Italia ed Ecuador”; curato dalla Ghiringhelli, adotta “una prospettiva particolare, generalmente poco utilizzata da chi si rivolge al mondo del sociale, un approccio che propone un avvicinamento alla famiglia attraverso la conoscenza delle norme che ne disciplinano legami e relazioni”, senza trascurare allo stesso tempo “il quadro attuale del contesto politico-economico e sociale dei paesi oggetto dello studio, nel quale andare a collegare e leggere le informazioni apprese sulle famiglie”.

Quindi è necessario che il migrante conosca prima ancora di partire “gli aspetti normativi, i diritti e doveri che riguardano i legami familiari nel Paese di destinazione”, ha aggiunto la sociologa, osservando che, al contrario, “in Italia si pensa che il migrante debba sapere soltanto come rimanere con il permesso di soggiorno, ma nessuno gli dà nozioni di diritto internazionale privato”. Così nel libro vengono tradotte in spagnolo le leggi italiane e in italiano le norme del Paese di provenienza, “in termini schematici, approvati dalle rappresentanze diplomatiche e dalle istituzioni ecuadoriane”.

Dall’America Latina sempre meno immigrati

Nei giorni scorsi a Roma, organizzato dalla Focsiv (Federazione Organismi cristiani servizio internazionale volontariato), si è tenuto il seminario “Le migrazioni andine in Italia. Contesti di partenza e legami transnazionali”, nel quale sono stati analizzati moltissimi dati e dalla loro analisi, José Luis Rhi-Sausi, direttore del CeSPI, Centro Studi di Politica Internazionale, ha commentato che "Dall’America Latina sicuramente non si registrerà un incremento sostanziale dei flussi. Anzi: riguardo alla crisi economica che sta mettendo in ginocchio l’Europa, i Paesi andini registrano al contrario, rispetto al 2009, un tasso di crescita del 6%, che in Perù arriva all’8,6%, mentre cala la disoccupazione, scesa al 7,6% nel 2010 mentre l’anno precedente era all’8,2%”.

José Luis Rhi-Sausi ha poi aggiunto che "A partire dal 2015 assisteremo a una stabilizzazione delle migrazioni provenienti dai Paesi andini. Senza dimenticare che la migrazione interna e Sud-Sud è molto significativa, in aumento: assistiamo e assisteremo a una grande mobilità orizzontale. Nei Paesi andini, non solo Ecuador, Perù, Colombia e Bolivia, ma anche Cile e Venezuela, l’indice di povertà è sceso dal 44% nel 2002 al 32% del 2010, grazie a politiche mirate e specifiche in ambito sociale, oltre alla crescita economica”, ha riferito l’esperto, precisando che è in corso un progetto di cooperazione con l’Unione Europea e che al loro interno gli stessi Paesi “si stanno organizzando per adottare politiche comunitarie in ambito migratorio, con precisi strumenti operativi”. Se guardiamo al nostro Paese, la difficile congiuntura economica “ha colpito alla pari italiani e migranti, mentre in Spagna l’impatto è stato più forte sugli immigrati, perché l’economia del Paese è più basata sul mattone”, ovvero sugli investimenti immobiliari.

Le rimesse dei migranti restano un volano eccezionale per le economie locali e un flusso finanziario molto elastico, che soffre meno di altri gli shock provocati dalla crisi: "Se hanno subìto una brusca frenata nel 2009, in Honduras rappresentano il 20% del Prodotto interno lordo; in Ecuador circa il 45% delle rimesse proviene dalla Spagna, il 7% dall’Italia”, ha sottolineato il direttore del Cespi, notando che nel caso del Perù le somme inviate dai migranti provengono “nel 41% dei casi dagli Stati Uniti, nel 15% dalla Spagna, nel 6% dall’Italia”.

Sul sito www.mandasoldiacasa.it “confrontiamo i costi delle rimesse attraverso i diversi operatori, analizzando 12 corridoi d’invio (dalle banche alle società di moneytrasfer, in testa al grande business). Chiediamo di ridurre del 5% in 5 anni i costi d’invio – ha detto Rhi-Sausi -. In futuro aumenteranno i numeri di operatori: il caso di Banco Posta è ben riuscito, ancora non è una banca universale ma sta per diventarlo, e rappresenta il sistema che raccoglie più correntisti immigrati in Italia; il loro impegno è di ridurre i tempi d’invio da 48 ore a 24, dimezzando anche i costi”.