lunedì 10 marzo 2014

"Radici che non si dimenticano", a Buenos Aires di parla di emigrazione

Organizzato dall'Istituto Italiano di Cultura di Buenos Aires, il 20 marzo è in programma una conferenza sull'emigrazione dal titolo "Radici che non si dimenticano", nel corso della quale si descriveranno, con l'accompagnamento di immagini, differenti aspetti psicologici del fenomeno dello "sradicamento" e i suoi effetti sull'individuo e sulla famiglia. 

I discendenti degli emigrati rivelano oggi nuove motivazioni tese a ristabilire il legame spesso interrotto con la madre patria. Si riscopre il piacere per l'uso della lingua d'origine e l'interesse ad esplorare le radici familiari e culturali, con un atteggiamento spontaneo e necessario alla conservazione della salute psichica.

Curatrice dell'evento sarà Maria Cristina Joos, laureata in psicologia presso l'Università La Sapienza a Roma, psicologa sociale e docente d'italiano. La Joos ha realizzato programmi radiofonici di diffusione culturale e scientifica ed è responsabile della commissione di Cultura dell'Alef (Associazione lavoratori emigrati del Friuli Venezia Giulia), oltre ad essere autrice e coordinatrice in tutta l'Argentina dei gruppi di riflessione sulle radici "Radix".

La tematica dell'emigrazione è molto sentita nel Paese latino americano, soprattutto per quanto riguarda quella italiana. Tanto che dal 1995, il Parlamento argentino ha istituito il 3 giugno la "Giornata dell'emigrante italiano", una data scelta in quanto anniversario della nascita, nel 1770, di Manuel Belgrano: uno dei padri della patria. Belgrano era figlio di emigrati di Oneglia, era fiero delle proprie origini e parlava il dialetto ligure.

fonte Aise

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