giovedì 20 febbraio 2014

Colombia: i muri 'parlanti' del barrio Getsemani a Cartagena

A Cartagena, in Colombia, si è svolto il 1° Festival Internazionale di Arte Urbana, durante il quale più di 35 artisti colombiani e provenienti da altri paesi, hanno 'cambiato' il volto di una parte della città, grazie a vere e proprie opere pittoriche lungo  muri situati in spazi abbandonati, ispirandosi alla storia, ai personaggi del quartiere Getsemani.

Un modo in più per valorizzare un quartiere che non vuole perdere la sua identità e dove questi nuovi muri 'parlanti' possono aiutare a trasformare questo luogo in una nuova meta turistica. 


Durante sei giorni e sei notti, gli artisti invitati al Festival, hanno creato più di 30 opere murali, dislocate in varie strade del quartiere Getsemaní. Contemporaneamente la comunità ha organizzato mostre culturali e artistiche, workshop e corsi che hanno coinvolto anche i bambini e con la presenza di esperti nei graffiti, appositamente chiamati a Cartagena in occasione dell'evento.

Per la creazione dei murales, gli artisti si dovevano ispirare alla storia, ai personaggi e alle icone di questo quartiere di Cartagena e per far questo hanno trascorso alcuni mesi con diversi rappresentanti del quartiere per conoscere le storie e poterle rendere opera d'arte urbana. In questo modo sono nati i murales con personaggi come la ballerina Delia Zapata Olivella, il liberatore di schiavi Benkos Bioho e il leader dell'indipendenza Pedro Romero.

"Uno dei vantaggi dell'arte urbana sta nel fatto che un muro viene trasformato in uno spazio di conversazione, in un momento di tolleranza e di apprezzamento del pensiero di un altro, ma allo stesso tempo richiama l'attenzione e la riflessione sui problemi della comunità", ha detto Camilo Fidel López, Direttore creativo della Vértigo Graffiti, che ha organizzato il Festival.

Gli spazi utilizzati prima essere coperti da questi grandi murales erano luoghi in degrado e in stato di abbandono. In molti casi questi spazi erano coperti di rifiuti e diventati luoghi poco sicuri. “Grazie alla partecipazione attiva della comunità e l'abbellimento con i murales, hanno cambiato la relazione delle persone con questi spazi e rafforzato il senso di appartenenza al quartiere", ha aggiunto Alejandro Cárdenas, Direttore esecutivo di Vértigo Graffiti.

"Ciudad Mural", questo il nome dato al Festival, ha consentito di rafforzare l'identità anche culturale delle persone del quartiere Getsemani e ha dato la possibilità di accogliere i turisti in un luogo 'nuovo', mostrando che in quelle vie si possono vivere molte e diverse esperienze e che il quartiere non è solo 'fiesta' e rumba. Un'esperienza che ha lasciato il segno in tutti i sensi e che sicuramente sarà ripetuta anche nel 2014 con la speranza di una partecipazione ancora più numerosa di artisti.

fonte latam

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