Dopo più di mezzo secolo la Federazione Cubana di baseball, anche come misura contro la crisi, ha confermato che da ora in avanti i giocatori 'locali', considerati dei dilettanti, potranno firmare anche per squadre professionistiche straniere.
In pratica le autorità sportive cubane hanno autorizzato i giocatori ad accettare le proposte di club professionistici delle leghe straniere, rompendo di fatto e ufficialmente un divieto che durava da oltre 50 anni. La conferma è stata data in televisione dal presidente della FCBA, Higinio Vélez Carrión, che ha dichiarato: "I nostri giocatori da adesso possono 'inserirsi' nei clubs professionisti stranieri".
Questa concessione storica ha però una condizione ovvero che il campionato nazionale di prima divisione, che rimane dilettantistico, non venga 'condizionato' da una partenza incontrollata di giocatori. Il baseball è lo sport nazionale cubano e questa scelta del governo di Castro rompe di fatto una misura che era stata instaurata dopo la rivoluzione del gennaio 1959.
In quel periodo venne vietata la pratica sportiva a livello professionistico per ogni disciplina sportiva e contemporaneamente anche i trasferimenti e i possibili contratti di atleti cubani in altri campionati stranieri, in particolare negli Stati Uniti.
Vélez Carrión ha poi aggiunto che si sta facendo in modo che gli atleti che si stanno mettendo in luce nel campionato nazionale possano viaggiare e disputare incontri internazionali con altri club, quando non ci sono impegni a Cuba, ma che in ogni caso rientrino a giocare nei loro club "per dare al nostro popolo lo spettacolo sportivo che si merita".
fonte Ansa
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