giovedì 8 novembre 2012

Amazzonia: Indigeni-Diga di Belo Monte 1-0


Per il momento la partita tra indigeni dell'Amazzonia e Diga di Belo Monte, ha visto la parziale vittoria dei popoli che vivono lungo il fiume Xingù, che sono riusciti a bloccare la diga che avrebbe sommerso le loro foreste. Un gruppo di giudici del tribunale regionale federale ha infatti fermato i lavori sulla diga di Belo Monte.

Lo stop ordinato dai giudici a ciò che sarebbe o sarà la terza più grande diga al mondo, è stato dato perchè non sono state consultate preventivamente le comunità indigene locali come invece richiede la Costituzione brasiliana e la Convenzione 169 sui popoli indigeni e tribali. 



Questa sentenza diventa indubbiamente un forte precedente e un avvertimento per le future opere infrastrutturali: i tribunali brasiliani sono pronti a sostenere il diritto dei popoli indigeni ad essere consultati su progetti che li riguardano e la loro territori.

Il giudice  Antônio de Souza Prudente, pronunciando la sentenza, ha detto: "La Costituzione federale e la Convenzione internazionale sul lavoro (ILO) impongono al Congresso nazionale di consultare i popoli tradizionali coinvolti, prima di autorizzare un progetto per lo sfruttamento delle risorse sui loro territori. Invece i deputati e senatori hanno approvato il decreto che ha avviato i lavori di costruzione, prevedendo una consultazione a posteriori invece che preventiva. Questo è il modo - ha detto Prudente - con cui funzionano le dittature."

Belo Monte è uno dei grandi progetti infrastrutturali promossi dalle amministrazioni di sinistra, prima del governo di Luiz Inácio Lula da Silva e ora da parte del presidente Dilma Rousseff. Il governo sostiene che la diga, che sommergerà oltre 500 chilometri quadrati di terreno, è necessaria per soddisfare il crescente fabbisogno energetico del paese.

Belo Monte avrà una capacità massima di 11.233 megawatt (MW) durante la stagione delle piogge, e una capacità media di 4.500 MW. e fornirà elettricità a circa 26 milioni di persone, generando al contempo opportunità di lavoro. I villaggi indigeni e delle comunità tradizionali che vivono lungo le rive del fiume Xingu si oppongono alla diga, perché, anche dove non inonderà i loro territori, devierà l'80 per cento dell'acqua del fiume, riducendo il loro accesso all'acqua e danneggiando seriamente l'equilibrio dell'ambiente e delle zone in cui vivono.

La diga Belo Monte procurerebbe gravi siccità nel periodo estivo, perché grandi masse di acqua sarebbero deviate verso il bacino, lasciando a secco la Grande Volta , un tornante di 100 km nel cuore dell'Amazzonia. Il fiume è la principale fonte di proteine e la principale via di comunicazione per circa 200 indigeni che vivono lungo il Grande Volta nel Paquiçamba e nella riserve Arara, oltre che per centinaia di famiglie contadine della zona.

Antônia Melo, il capo del Movimento Xingu, teme che le terre indigene, fin'ora "molto ben conservate," dalle pratiche tradizionali, saranno danneggiate, e riferisce che il fiume ha già iniziato ad a prosciugarsi in alcuni tratti, e "il pesce ha cominciato a farsi più raro".

La prima turbina della diga di Belo Monte dovrebbe entrare in funzione nel 2015, e l'intero progetto, del valore di 13 miliardi di dollari dovrebbe essere completato nel 2019.

fonte salvaleforeste.it

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