mercoledì 24 ottobre 2012

Un serpente il cui nome è uno slogan contro lo sfruttamento minerario


In spagnolo 'noalamina' significa 'no alla miniera' e questo nome è stato dato ad un serpente panamense scoperto e identificato recentemente da alcuni scienziati. Il rettile, per la precisione,  si chiama Sibon noalamina, dove Sibon è il nome della specie, e l'habitat nel quale vive questo colorato rettile, le foreste delle montagne Tabasará, a Panama, è minacciato dall'espansione dello sfruttamento minerario.

"No a la mina" è da tempo anche lo slogan delle comunità indigene Ngobe che vivono nella Serranía de Tabasará, che da anni si battono per proteggere le proprie foreste dall'invasione delle compagnie minerarie, interessate a sfruttare il loro territorio, in particolare nella zona del Cerro Colorado," hanno spiegato gli scienziati nell'articolo apparso sulla rivista scientifica Zootaxa.


E continuano dicendo che "Il nome vuol dare riconoscimento e sostegno della lotta degli Ngobe in difesa dei propri territori e del'l'ambiente, che ospita la nuova specie qui descritta assieme a molte altre, minacciati da attività distruttive e dal profitto". Scoperto nelle foreste pluviali montane della regione, il serpente, lungo 21 pollici nuovi si nutre di lumache, lombrichi, anfibi e uova. 

L'alto tasso di deforestazione e la minaccia imminente apportata dalle compagnie minerarie interessate al rame, e per questo i suoi scopritori hanno messo in guardia la comunità scientifica. Noalamina non è l'unica specie minacciata: "Anche se la ricerca sul campo è ancora insufficiente, abbiamo osservato almeno cinque rettili e due rane endemiche  delle montagne di Tabasará".

Inoltre, la regione è rifugio di popolazioni superstiti di varie specie di anfibi in via di estinzione, alcuni dei quali non sono stati rilevati altrove da quando si è diffusa la diffusione della chitridiomicosi in America Centrale. La chitridiomicosi è una malattia che ha decimato le popolazioni anfibie di tutta l'America centrale, spingendo molte di specie all'orlo dell'estinzione. Ma le montagne Tabasará continuano ad essere minacciate: oltre  un quinto delle foreste della regione è andato perduto dal 1990 ad oggi. Nel frattempo, solo una piccola frazione dell'area è protetta.

"Senza la creazione di aree protette e lo sviluppo di alternative sostenibili allo sfruttamento industriale delle foreste, questi ecosistemi unici spariranno nel prossimo futuro", ha poi spiegato Sebastien Lotzkat, del Senckenberg Research Institute e autore principale dello studio.


fonte salvaleforeste.it

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