lunedì 10 settembre 2012
Il Venezuela cerca di ‘negare’ un ‘massacro’ degli Yanomami
Il governo venezuelano continua a negare che ci sia stato un massacro contro gli Indiani Yanomami e Survival International sollecita il presidente Chávez ad espellere tutti i cercatori d’oro presenti illegalmente nel territorio indigeno e a far condurre un’adeguata indagine sul posto.
Il presidente è solo l’ultimo degli alti rappresentanti governativi venezuelani ad affermare che non esistono prove dell’attacco alla comunità di Irotatheri, che si trova in un’area remota dell’Amazzonia, vicino al confine con il Brasile.
Tuttavia, ora anche l’Organizzazione degli Stati americani si è unita a Survival e alle organizzazioni indigene amazzoniche nel sollecitare il Venezuela a “condurre una seria indagine per determinare con certezza quel che è accaduto”. “La legge internazionale sui diritti umani obbliga gli stati a condurre un’indagine giudiziaria sui gravi atti di violenza denunciati” afferma l’OSA.
E Stephen Corry, direttore generale di Survival International, aggiunge: “Se il governo venezuelano ha a cuore il benessere dei suoi popoli indigeni, dovrebbe intervenire immediatamente per espellere tutti i minatori dalla terra indiana anziché prendersi la pena di negare che ci sia stato uno scontro violento con gli Indiani. Anteponendo la protezione della sua reputazione alla vita degli Indiani, si sta comportando come hanno sempre fatto i governi dell’America Latina.
Tra poco ci sentiremo dire che siamo parte di una cospirazione del capitalismo per destabilizzare le prossime elezioni governative, esattamente come siamo accusati di far parte di cospirazioni di sinistra quando denunciamo questi tipo di violenze negli stati di destra. I popoli indigeni sono stati trattati ugualmente male sia da parte delle destre che delle sinistre, per generazioni. Il presidente Chávez dovrebbe espellere coloro che invadono i territori indigeni in tutto il Venezuela, e assicurarsi che questo specifico episodio, che secondo testimoni ha provocato delle morti, sia soggetto a un’immediata e completa indagine”.
Giorni fa, il Coordinamento delle organizzazioni indigene amazzoniche (COIAM) ha diffuso una dichiarazione che riconosce gli sforzi investigativi sin qui fatti, ma esprime preoccupazione per il fatto che la commissione incaricata dell’indagine “non abbia raggiunto Irotatheri Shapono, il luogo dove i fatti denunciati si sarebbero verificati a luglio”. I testimoni denunciano di aver trovato “corpi e ossa bruciati”.
fonte survival.it
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