giovedì 12 luglio 2012

Il ritardo cronico della crescita colpisce 7 milioni di bambini in America Latina

Il ritardo cronico della crescita per cause nutrizionali riguarda almeno sette milioni di bambini latinoamericani e il trattamento medico di questo problema richiede almeno 70 miliardi di dollari all'anno, secondo un libro sulla denutrizione e l'obesità infantile recentemente presentato in Argentina.

Questo ritardo cronico è particolarmente grave tra i bambini paraguaiani e in alcune regioni dell'Argentina, a differenza del Cile che ha ridotto il problema ad una percentuale molto bassa, come hanno spiegato i ricercatori latinoamericani durante la presentazione del libro "Una crescita sana. Tra la denutrizione e l'obesità nel Cono Sur".


Sebbene la povertà sia la causa principale della denutrizione in America Latina, il ritardo nella crescita in altezza o quello di causa nutrizionale, spesso è anche da associare al basso tasso di scolarità materna, allo svezzamento precoce, ad un'alimentazione complementare inadeguata, alla bassa statura della madre e le pessime condizioni ambientali. Elementi indicati dagli esperti, che hanno segnalato i valori molto 'gravi' riscontrati in Paraguay con una prevalenza del 17,6 per cento tra i bambini minori di cinque anni.

In Argentina, l'ultima ricerca sulla nutrizione nazionale ha evidenziato una prevalenza del ritardo di crescita dell'8% tra i bambini minori di cinque anni, mentre studi effettuati nelle regioni più povere del paese hanno elevato questa percentuale tra il 22 e 30%. Al contrario in Cile la percentuale nel ritardo di crescita è uno dei più bassi dell'America Latina: non supera il 2%.

Il libro che riporta tutte queste informazioni è stato realizzato da Esteban Carmuega, direttore del Centro Studi sulla nutrizione infantile di Argentina, e da Ricardo Uauy, dell'Istituto di Nutrizione e Tecnologia degli alimenti dell'Università del Cile. La ricerca si è avvalsa dell'apporto di trenta specialisti in crescita e sviluppo infantile del Cono Sur, Messico e Guatemala.

fonte Ansa


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