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Ande, 1972: alcuni sopravvissuti fuori dall'aereo |
L'omaggio alle vittime di quella tremenda vicenda si è svolto sul cerro El Sosneado, a sud di Mendoza. Qui a 3800 metri di altezza, i sopravvissuti, insieme ai loro parenti, hanno dato vita ad un match di rugby commemorativo. Dopo la partita, è stato posto un pallone di rugby e una targa per commemorare 'los 45' ovvero i 16 sopravvissuti e le 29 vittime di quella tragedia aerea.
Un evento che si è concluso con un grande falò notturno e un pensiero per ognuna delle vittime, i cui corpi sono sempre rimasti lì, sulle Ande, dove il 13 ottobre del 1972 un aereo uruguaiano proveniente dal Cile, con a bordo 45 passeggeri, molti dei quali studenti e giocatori di una squadra di rugby, si schiantò sulla Cordigliera.
Dodici persone morirono nell'impatto, mentre i sopravvissuti dovettero sopportare una temperatura notturna di 30 gradi sotto zero, la fame e le valanghe. Molti non riuscirono a resistere e a poco a poco morirono. Dopo aver finito il poco cibo presente sull'aereo e dopo aver sentito da una radio a transistor presente sull'aereo, che dopo otto giorno le ricerche erano state sospese, i sopravvissuti furono costretti dalle circostanze e non senza dubbi, eccezioni e ripensamenti, a cibarsi dei cadaveri dei loro compagni morti, che erano stati sepolti nella neve vicino all'aereo.
Questo permise loro di resistere e consentì a due ragazzi, Roberto Canessa e Fernando Parrado, allora di 19 e 22 anni, perse le speranze di essere soccorsi, di tentare di attraversare la montagna per raggiungere il Cile. Il 22 dicembre 1972, dopo essere rimasti isolati nella neve per 72 giorni, il mondo conobbe la storia di sedici persone che erano riusciti a vincere la morte sulla Cordigliera delle Ande. La vigilia di Natale di quell'anno 16 ragazzi poterono tornare a casa, ma nessuno di loro, ora più che sessantenni, potrà mai scordare quella terribile esperienza.
infobae.com
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