Il Banco Mondiale ha effettuato uno studio dal quale tra il 2005 e il 2008 il tasso di povertà estrema in America Latina è sceso del 6,5%. I paesi in via di sviluppo hanno così raggiunto il primo Obiettivo del Millennio, prima del previsto.
Il numero di persone che vivono in condizioni di estrema povertà è sceso nel 2008 a 1.290 milioni, che rappresenta il 22% della popolazione mondiale, secondo le ultime stime del Banco Mondiale, che prende come indice di valutazione coloro che vivono con meno di 1,25 dollari al giorno.
In America Latina e nei Caraibi "a partire da un massimo del 14% di persone che vivevano con meno di 1,25 dollari al giorno nel 1984, il tasso di estrema povertà ha raggiunto il suo minimo storico, 6,5%, nel 2008", spiega lo studio del Banco Mondiale.
Così come la Cina pesa a livello mondiale a causa della sua alta popolazione, il Brasile è stato uno dei motivi di riferimento per quando riguarda la regione sudamericana. Il gigante latinoamericano 'era in competizione' con il Sud Africa come paese con la maggior disuguaglianza sociale al mondo, ma le politiche sociali e la crescita economica degli ultimi anni stanno colmando questa breccia.
Sebbene lo studio del Banco Mondiale si riferisca, come data ultima, al 2008 e da quel momento il mondo è stato colpito da una forte crisi finanziaria, ma anche alimentare, che si protrae ormai da quattro anni e che ha portato a forti impatti negativi in molti paesi, la povertà a livello mondiale sta invece diminuendo.
In ogni caso gli esperti del BM vogliono comunque essere molto cauti ed evitare facili trionfalismi. "I 663 milioni di persone che hanno superato i limiti di povertà tipica dei paesi più poveri, continuano ad essere sempre poveri in rapporto agli standard di vita di paesi dal reddito medio alto". La ricerca si è basata su 850 studi e sondaggi in 130 paesi fino al 2008, che sono stati comparati con i 22 studi che il Banco Mondiale ha utilizzato per compiere la rilevazione sulla povertà mondiale nel 1990.
Fonte Afp-Efe
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