Il faro della Riserva Naturale Cabo Blanco è uno dei luoghi più belli e meno conosciuti della Patagonia argentina, situato a 88 chilometri da Puerto Deseado, nella provincia di Santa Cruz, è da 94 anni il guardiano di quel territorio e segnale di speranza per i marinai. Una massa imponente, 87 metri di altezza, la sua luce raggiunge le 14 miglia nautiche, ha iniziato la sua attività nel novembre 1917. La sua torre in mattoni è stata costruita in Francia.
Questa zona della Patagonia argentina è un'importante riserva faunistica marina e una delle più grandi colonie di otarie in tutta la costa della Patagonia. Un sito che fa parte della "Ruta Azul", un percorso che segue la Strada Nazionale 3 e che si estende su gran parte della costa patagonica e le aree naturali protette e le riserve di fauna marina di delle provincie di Chubut e Santa Cruz. Cabo Blanco è unito al territorio continentale attraverso un tombolo (cordone litoraneo) che termina con il grande faro che all'inizio del XX secolo è stato il centro del villaggio costruito intorno ad una miniera di sale. L'attività del faro e la miniera sono state per anni importanti per questa zona.
Il villaggio ora è un villaggio fantasma e si può visitare per ricordare i pionieri che hanno sfidato questa la terra desolata e spazzata dal vento. Il percorso a piedi verso il faro è dentro un paesaggio bellissimo con rocce che 'tagliano' delle verdi colline e si alternano ad ampie pianure, in un'immagine che ricorda le zone costiere della Scozia. La storia di questo posto da sogno è iniziata molto prima, circa quattrocento anno prima della costruzione del faro, quando alcuni marinai raggiunsero questa terra sperduta. Tra questi marinai anche i famosi Ferdinando Magellano, l'inglese Francis Drake, l'olandese Olivier Van Noort e naturalisti il francese Henry Cavendish e il britannico Charles Darwin.
In realtà è stato Magellano che ha battezzato questo luogo, nel 1520, come "Cabo Blanco" dopo aver individuato i tre cime rocciose rese bianche per il guano prodotto dai cormorani. Da allora, questa particolare area ha cominciato ad essere presente su tutte le carte nautiche. Prima della sua scoperta, questa era comunque una zona abitata e pare che i primi abitanti siano stati gli indigeni Tehuelches, dei quali sono stati rinvenuti oggetti, ami da pesca, arpioni in osso e punte di freccia in diverse parti della zona e, come stabilito da studi scientifici, risalenti a 3000 anni fa.
La stupende bellezza di questo luogo si può apprezzare pienamente facendo il percorso che porta al faro, alla cima del quale, una volta arrivati, bisogna salire su una scala a chiocciola di 100 gradini. Solo dalla sommità del 'vecchio' faro è possibile vedere le tante calette e gli isolotti rocciosi abitati dai leoni marini, così come le orche marine e le loro piroette in mare aperto.
fonte Ansa
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