venerdì 28 ottobre 2011

Argentina: ergastolo per Alfredo Astiz, uno dei 'simboli' delle repressioni della dittatura

Alfredo Astiz
Un tribunale di Buenos Aires ha emesso la sentenza su 86 casi di persone scomparse, torturate e assassinate nell'ormai tragicamente famoso centro di detenzione dell'esercito argentino durante l'ultima dittatura argentina: l'ESMA.  Sentenza che ha condannato all'ergastolo l'ex capitano della Marina Militare, Alfredo Astiz, simbolo della repressione violenta di quegli anni. Tra le tante vittime del suo 'operato' figurano anche le suore francesi Léonie Duquet e Alice Domon; la fondatrici delle Madri di Plaza de Mayo, Azucena Villaflor e lo scrittore e giornalista Rodolfo Walsh.

Astiz, 60 anni, insieme a Jorge "Tigre" Acosta e Ricardo Cavallo, ufficiali della Marina Militare argentina, sono stati condannati al carcere a vita per crimini contro l'umanità commessi all'ESMA, dove solo un centinaio di persone si salvarono delle migliaia recluse e torturate da aguzzini come Astiz.


Dopo due anni di processo, su un totale di 18 imputati, due sono stati assolti, quattro hanno ricevuto pene tra i 18 e i 25 anni, i rimanenti dodici sono stati condannati tutti all'ergastolo. Alla lettura della sentenza
c'è stata un'esplosione di gioia mista a lacrime con abbracci e applausi tra i familiari delle vittime e gli attivisti delle associazioni per la difesa dei diritti umani. Dall'altra parte, i familiari dei militari, hanno gridato "giudici corrotti" e "forza ragazzi" nei confronti dei militari.

L'ex capitano Astiz, conosciuto come "L'angelo biondo della morte", era già stato condannato in contumacia all'ergastolo sia in Francia (1990), sia in Italia (2007), era uno strettissimo collaboratore dell'ammiraglio Emilio Eduardo Massera ed è considerato una delle figure emblematiche della repressione sotto la dittatura. "La giustizia è la base della democrazia. Quelli che hanno dato la loro vita durante la dittatura non l'hanno fatto invano. Sono tutti martiri", ha detto, lasciando il tribunale, la suora francese Geneviève Jeaningros, nipote di Léonie Duquet, che ha raggiunto Buenos Aires per ascoltare il verdetto.

Nei due anni di processo, il tribunale argentino ha ascoltato 160 testimoni che hanno raccontato delle azioni dei militari, la cui missione era quella di inflitrarsi nelle organizzazioni politiche, sequestrare i dissidenti e torturarli. Centinaia di persone sono state gettate vive in mare dagli aerei militari durante i cosiddetti 'voli della morte' come ammesso dall'ex capitano Adolfo Scilingo, condannato in Spagna all'ergastono per i crimini commessi durante la dittatura.  Astiz invece, sotto falso nome, si era inflitrato nella nascente orgnaizzazione delle Madri di Piazza de Mayo.

I resti di Léonie Duquet e Azucena Villaflor e di altre tre madri dei desaparecidos furono trovati su una spiaggia e seppelliti come NN fino al 2005 quando fu possibile il loro riconoscimento. Alice Domon non fu mai trovata. Le persone scomparse durante la dittatura, secondo le organizzazioni in difesa dei diritti umani, furono oltre 30.000 e molte passarono dalla 'famosa' ESMA, che oggi è stata trasformata in Museo della Memoria.

fonte Afp

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