giovedì 15 settembre 2011

"La punta della lancia", viaggio tra culture e sentimenti

L'Amazzonia, le tribù indigene, le multinazionali che sanno quale "tesoro" contenga questa incredibile parte del mondo, l'incontro di culture diverse, di sfide e di sentimenti. Questi gli ingredienti del film "La punta della lancia", diretto Jim Hanon e realizzato nel 2005, e che racconta la vera storia di un gruppo di missionari che nel 1956 viaggiarono nella foresta della Amazzonia ecuadoriana per incontrare e tentare un approccio con la tribù dei Waodani, i quali non avevano mai avuto contatti con i bianchi, ma in quei territori insieme al messaggio che loro volevano portare, devono confrontarsi anche con gli interessi commerciali nelle compagnie petrolifere come la Shell.

La tribù dei Waodani è tagliata fuori dalla civiltà e ancorata ad uno stile di vita selvaggio, dove la violenza e la vendetta sono all'ordine del giorno. Quando il gruppo di missionari evangelici raggiunge il villaggio sperduto si accende un conflitto che sfocia nel sangue e i predicatori vengono trucidati, perché ritenuti una minaccia per la salvezza della tribù.

Una storia dura, ma nella quale è presente anche il forte legame di amicizia che nasce tra Mincayani, capo tribù, e Steve, un giovane figlio di uno dei missionari uccisi. Un incontro tra culture diverse e sentimenti unici e universali.
Interpretato da Louie Leonardo, nel ruolo di Mincayani, e Chad Allen, nel doppio ruolo del missionario Nate Saint e di suo figlio Steve, il film, il cui titolo originale è "End of the spear", è stato prodotto dalla Every Tribe Entertainment.

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