mercoledì 13 giugno 2012

America Latina, ancora troppe abitazioni inadeguate

Una famiglia latinoamericana su tre risiede in abitazioni inadeguate, costruite con materiali precari o prive di servizi di base, secondo uno studio della Banca interamericana dello sviluppo (Bid) che mette in testa alla ‘lista nera’ Nicaragua, Bolivia, Perù e Guatemala. In termini assoluti, precisa il rapporto, le situazioni più gravi si riscontrano in Brasile e Messico.

Nonostante progressi in materia registrati negli ultimi anni, il 29% delle famiglie latinoamericane non ha accesso all’energia elettrica né ha a disposizione servizi igienici. E' quanto si legge nello studio intitolato ”Uno spazio per lo sviluppo: i mercati della abitazioni in America Latina e Caraibi”. Per César Bouillon, coordinatore del rapporto, ”la regione deve affrontare le cause e non i sintomi del problema, garantendo che il mercato offra soluzioni adeguate e convenienti, con titoli di proprietà e accesso ai servizi di base per far sì che la gente non sia costretta a vivere in zone marginali o in abitazioni informali”.


In questo settore, sono diverse le iniziative della Cooperazione italiana nella regione. uno dei programmi più importanti riguarda il Brasile: Con un programma di sviluppo integrato delle aree urbane povere dello Stato di Bahia avviato nel 2007. L’obiettivo del programma è contribuire alla riduzione della povertà urbana nello Stato di Bahia, sostenendo le autorità locali nell’esecuzione di azioni dirette a migliorare i servizi di base (acqua, luce, sistema fognario, sistema viario, ecc.), il settore abitativo e le strutture sociali (asili, scuole, ambulatori comunitari, strutture sportive, ecc), con una metodologia di intervento basata sui principi di partecipazione, integrazione tra azioni fisiche e sociali e protagonismo della società civile.

Un importante valore aggiunto del programma è stata la creazione di un gruppo misto di tecnici di Avsi e dello Stato di Bahia per la gestione, sistematizzazione e pianificazione, da cui si è sviluppato un piano globale dell’intervento e, soprattutto, una co-responsabilità sull’intero progetto, il tutto seguendo le regole amministrative della Banca Mondiale.

fonte cooperazioneallosviluppo.esteri.it

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