Nell'attesa di 'vedere' se la famosa profezia Maya sulla fine del mondo del 21 dicembre 2012 si avvererà, la città di Brescia, proprio un paio di mesi prima la fatidica data, dal 26 ottobre 2012 fino al 5 maggio 2013, la straordinaria rassegna "Maya. I signori del tempo", promossa dal Comune di Brescia e organizzata da Fondazione Brescia Musei e Artematica, con capolavori unici al mondo e sezioni tematiche che consentiranno al visitatore di esplorare, dall’interno, tutti gli aspetti di una delle civiltà più affascinanti dell’America precolombiana.
La mostra è ospitata al Museo di Santa Giulia di Brescia e presenta oltre 250 reperti di altissimo livello che illustreranno in modo esaustivo tutti gli aspetti della cultura maya e che sono il risultato di una selezione condotta non solo nei più importanti musei del Guatemala (Museo Popol Vuh, Museo Nacional de Arqueología y Etnología de Guatemala, la Ruta Maya - tutti di Città del Guatemala - e il Museo de Sitio di Tikal), dell’Honduras (Museo Arqueológico di Copán), ma anche dell’Europa, come il Musée du Quai Branly di Parigi, il Museo de América di Madrid e il Museum Volkenkunde di Leida in Olanda.
In particolare, l’evento bresciano proporrà diversi aspetti che lo renderanno unico ed esclusivo. Per la prima volta, infatti, la cultura maya verrà analizzata attraverso le parole e i testi degli stessi Maya, utilizzando come mai in passato la più grande rivoluzione antropologica dell’ultimo secolo, ovvero la decifrazione della loro scrittura, come la chiave di volta per offrire una visione inedita del loro mondo. E lo farà non solo traducendo tutti i testi epigrafici dei reperti dell’esposizione, ma anche organizzando intere sezioni a partire dalla concezione dell’universo dei Maya (il cosmo, l’Inframondo, ecc.). Inoltre, la rassegna offrirà il quadro più aggiornato delle più recenti ricerche archeologiche sui Maya coinvolgendo importanti archeologi ed epigrafisti del mondo.
Prendendo spunto dalla scadenza del 2012, l’iniziativa bresciana affronterà il tema delle cosiddette profezie maya con reperti ad hoc e apparati multimediali di grande effetto che consentiranno ad ogni visitatore, ad esempio, di vedere la propria data di nascita scritta in numeri e glifi maya. In questo ambito si presenteranno le conoscenze astronomiche dei Maya e il "gioiello della corona": un sistema di misurazione del tempo fatto di molti calendari tra cui spicca il Conto Lungo.
La mostra, curata da Antonio Aimi e Giuseppe Orefici, con il coordinamento artistico di Maurizio Bernardelli Curuz, si pone ambiziosi obiettivi che, non solo non sono stati affrontati nelle ultime mostre sui Maya, ma che non sono neanche mai stati presi in esame in passato, nemmeno ne "I Maya" (Palazzo Grassi, Venezia, 1998), "Courtly Art of the Ancient Maya" (Washington, 2004) e "Lords of Creation" (Los Angeles e New York, 2005-2006). Tra gli elementi di maggior rilevanza vanno segnalati: le stele litiche con iscrizioni, le sculture, le ceramiche policrome, i manufatti di giada, ossidiana, quarzo, oltre alle riproduzioni di codici e affreschi.
Il percorso espositivo, che si snoderà secondo una scansione temporale e sarà documentato anche nel catalogo Marsilio Editori che accompagnerà la mostra, si aprirà con la collocazione della cultura maya nel contesto della Mesoamerica, seguendone gli sviluppi lungo un percorso storico di oltre duemila anni. Ultima tappa di questo affascinante percorso nella storia, è la sezione "Dalla Conquista ad oggi: l’arrivo degli Spagnoli rappresenta un taglio orizzontale che cancella la cultura maya".
I Maya non sono però 'mai scomparsi', perchè a partire dal XVIII secolo è iniziata l’appassionante fase della riscoperta, dalle prime spedizioni a Palenque, a cui partecipa anche l’architetto lombardo Antonio Bernasconi, alle spedizioni in cui Stephens e Catherwood svelano al mondo il fascino delle città perdute nella giungla, alla straordinaria avventura della decifrazione della scrittura glifica, ai Maya dei nostri tempi celebrati dalle opere del premio Nobel Miguel Angel Asturias
fonte Aise
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