In provincia di Firenze, nella Biblioteca Comunale di Vaglia, è stato presentato "Adán Buenosayres", capolavoro della letteratura argentina di Leopoldo Marechal, nell'edizione italiana a cura della casa editrice Vallecchi. Si tratta di un romanzo-chiave dell’opera di Leopoldo Marechal, oltre ad essere è considerato il capolavoro della letteratura argentina del Novecento e uno dei testi più riusciti della letteratura latinoamericana di tutti i tempi. Pubblicato e studiato in tutto il mondo fin dalla sua prima uscita nel 1948, oggi finalmente è disponibile anche nella versione italiana curata da Claudio Ongaro Haelterman.
"Adán Buenosayres" è un sogno ininterrotto, un universo smisurato di personaggi e creature fantastiche che trascina senza posa il lettore in una girandola di situazioni e suggestioni irresistibili, a cavallo dei generi letterari più svariati, dall’epopea alla satira, al romanzo sociale e di costume. Leopoldo Marechal (1900-1970) nasce a Buenos Aires da una famiglia di origine francese. Terminati gli studi, si divide tra l’insegnamento scolastico, la pubblicazione letteraria e le collaborazioni con alcuni periodici, che gli permettono di entrare in contatto con intellettuali del calibro di Jorge Luis Borges, poi immortalato tra i personaggi dell’Adán e di dar inizio alla produzione letteraria che farà di lui, insieme allo stesso Borges e a Julio Cortázar, uno dei più grandi scrittori argentini moderni.
fonte Aise
L'edizione italiana di Adàn Buenosayres di Leopoldo Marechal edito da Vallecchi non è stata curata da Nicola Jacchia. Il curatore dell'opera è Claudio Ongaro Haelterman. Grazie
RispondiElimina...
RispondiElimina"Era per te,
lo hai dimenticato
e bagnato di pianto
lo tengo a me accanto."
Adán Buenosayres si svegliò come ritornando: la canzone di Irma lo aveva pescato fra le profondità del sonno e issato per un istante sopra scene spezzate e fantasmi evanescenti; poi il filo di musica si spezzò e Adán ridiscese all’abisso, trascinato verso la dissoluzione di una morte squisita.
[I-I]
...meraviglioso...
Nicola jacchia è il traduttore della prima edizione italiana del volume. Credo andrebbe citato, no?
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