martedì 3 giugno 2014

"Alfabeto Brasileiro", un omaggio critico al Brasile

Il Brasile, grande 'gigante' latinoamericano che negli ultimi tempi sta però mostrando di avere, forse, i piedi di argilla. Una paese che sta per mostrarsi al mondo con la cosa che da sempre più lo contraddistingue, insieme al Carnevale, al ritmo e alla samba, alle belle donne, cioè il calcio. I mondiali brasiliani sono pronti a partire, o meglio, in qualche caso dire pronti non è proprio corretto, visto i ritardi nella costruzione o sistemazione degli impianti. 

Un paese che per oltre il 50% non vede benissimo questo evento, molto il malcontento diffuso, pericolo di scioperi che possano bloccare il paese, criticità nelle favelas. Insomma la gioia carioca contro la realtà di un paese che vuole crescere, ma forse fa ancora tanta fatica. Contraddizioni alle quali, serenamente, vuole rispondere il libro di Angelo d'Orsi, "Alfabeto Brasileiro".




Si tratta di un alfabeto discorsivo ed eccentrico che cresce per voci, incrocia luoghi, personaggi e tradizioni della cultura brasiliana, tra vecchi e nuovi immaginari. In queste 26 parole chiave (da água a futebol, da jovens a universidade…), disposte rigidamente dalla A alla Z, la scrittura mescola, con grazia, arguzia e ironia, informazioni e suggestioni, notazioni e racconto orale e, naturalmente, fonti documentarie preziose.

Un viaggio attraverso un Paese che è il concentrato di tutte le contraddizioni del mondo: grande e ricco, povero e desolato, sulla via della crescita e immobile, industriale e rurale, il Paese della bellezza ma anche dell’obesità all’americana; il luogo dell’"uomo cordiale" che ti chiede "tudo bem?", ma anche della ferocia di una criminalità diffusa e della violenza delle forze di polizia. 

La metafora «Brasile» serve quindi a una riflessione sui mali e i pericoli delle società contemporanee, per ridare un senso alla nostra esistenza, nella compassione per i deboli, nel rispetto dell’altro e in quella lotta capace di cancellare le ingiustizie sociali e salvare nella natura il futuro nostro, quello delle terre che abitiamo. Arricchiscono il volume le suggestive immagini scattate da Eloisa, figlia di Angelo, fotoreporter e viaggiatrice, e un suo personale reportage.

fonte Aise

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