giovedì 22 maggio 2014

A Quino, il 'papà' di Mafalda, il premio Principe de Asturias

Il grafico e umorista argentino Joaquín Salvador Lavado, conosciuto come Quino e 'padre' del famoso personaggio Mafalda, ha ricevuto il Premio Príncipe de Asturias 2014 per la Comunicazione. La giuria del premio ha motivato il riconoscimento all'umorista perchè ha saputo combinare con saggezza "la semplicità nel tratto del disegno con la profondità del suo pensiero".

Quino ha battuto la concorrenza di altri 19 candidati che erano in lizza per il premio che è già stato assegnato a artisti internazionali, politici, personalità di differenti nazioni. Un premio che per Quino coincide anche con il festeggiamento dei 50 anni di Mafalda, una bimba precoce che discute di politica internazionale, economia e problemi sociali.

Nella foto sulla pagina Facebook della Fondazione Príncipe de Asturias appare la foto di un Quino sorridente accanto alla sua piccola creatura, che la giuria del premio ha descritto come "intelligente, ironica, anticonformista, contestataria e sensibile, che sogna un mondo più giusto e rispettoso dei diritti umani", questo il lucido messaggio che Quino trasmette attraverso la sua 'bambina', oggi cinquantenne, ma più attuale che mai.

Quino è nato il 17 luglio 1932 nella cittadina argentina di Guaymallén, situata a 1000 km da Buenos Aires. A 15 anni si trasferì a Mendoza per iniziare i suoi studi d'arte, ma dopo poco abbandonò gli studi per andarsene a Buenos Aires e inseguire quello che aveva sostenuto essere il suo sogno: disegnatore di fumetti.

L'inizio non è certo stato facile. Il suo trasloco nella capitale senza molti soldi, lo mise in una situazione difficile che si risolse nel 1954 quando riusci a vendere la sua prima 'striscia' a fumetti. "E stato il giorno più felice della mia vita", ha raccontato Quino in un'intervista. Da quel momento cominciò a lavorare per diversi media, facendo anche disegni per cartelloni pubblicitari. Quino viveva del suo lavoro, ma nell'anonimato.

Il 1963 ricevette una proposta di lavoro che non era differente dalle altre, ma che gli avrebbe cambiato la vita. Il cliente era la Mansfield elettrodomestici. Il lavoro non si concretizzò, ma l'idea che ne venne fuori, fu fondamentale: una bambina e una famiglia. Nel 1964, il direttore del settimanale Primera Plana, Julián Delgado, gli chiese un fumetto che richiamasse in qualche modo i famosi 'Penauts'.

"A differenza dei 'Penauts', mi chiesero che la storia contenesse anche degli adulti. Così mi comprai tutti i libri che c'erano a Buenos Aires su questa famoso fumetto, anche per capire cosa Schulz aveva trovato come idea nuova", ha detto Quino in un'intervista di qualche anno fa a BBC Mundo. Da quel momento Mafalda diventò un successo. Le preoccupazioni adulte di una bambina, la sua visione del mondo, la sua 'acidità' nei confronti di temi come la disuguaglianza, la violenza, la povertà e la pace, diventano un punto di riferimento.

Insieme a Mafalda, si sono poi aggiunti i suoi indimenticabili amici Felipe, Susanita, Manolito, Miguelito, Libertad e il suo fratello minore Guille. "Credo che sia diventata una storia universale perchè la tematica è comune a tutte le famiglie, siano esse in Cina o in Finlandia". Per dieci anni Quino ha lavorato a varie 'strisce' settimanali con il personaggio che lo ha reso famoso ovunque. La complessità dei temi, però, e dei personaggi hanno finito per esaurire le sue capacità creative.

"Non potevo continuare a disegnarla. Spesso mi mancavano le idee. Non potevo proseguire oltre", ha detto il disegnatore per spiegare la sua decisione di abbandonare la sua creatura più famosa. Il 27 giugno 1973, Mafalda saluta accanto ai suoi amici di sempre. "Dice il direttore che possiamo dare ai lettori una pausa...", si legge nella vignetta che è apparsa sul settimanale 'Siete Días Ilustrados'.

Quino successivamente si è dedicato a storie più allegoriche, ma con identica critica sociale, ma con soggetti molto più adulti e pubblicati su quotidiani di tutto il mondo. Il tempo è passato e ha chiesto 'dazio' al disegnatore che, compiuti 81 anni, ha annunciato che ogni attività artistica era sempre più difficile. "Voglio continuare a lavorare, ma i miei occhi non sono d'accordo", ha detto in un'intervista all'agenzia stampa Efe nello scorso mese di novembre.

Il tempo ha però portato con se' anche diversi riconoscimenti, come questo Príncipe de Asturias, mentre nel mese di marzo, durante la Fiera del Libro di Parigi, Quino è stato decorato con la Legion d'Onore del governo francese. "Credo di aver detto tutto. Almeno quello che volevo dire e questo mi lascia sereno. Anche se in qualche parte del mondo c'è sempre una guerra".

fonte BBC Mundo

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