mercoledì 16 aprile 2014

"Evita inedita", rivive il mito di Eva Perón 62 anni dopo la sua morte

Sessantadue anni dopo la morte di Eva Peron, la Biblioteca Nazionale di Buenos Aires ospita, fino alla fine di aprile, la mostra "Evita inedita", una raccolta di immagini uniche catturate dalla macchina di un fotografo anonimo e salvate dalla distruzione da un collezionista privato. Un modo per far rivivere il mito di una donna che tra il 1946 e il 1952 ha fatto 'innamorare' tutta l'Argentina.

Si tratta di 17 fotografie di grande valore storico che la Biblioteca Nazionale di Buenos Aires ha acquisito, restaurato e digitalizzato e che espone al pubblico. "Una mostra che arriva da un 'salvataggio' - ha detto Abel Alexander, consigliere storico fotografico della Biblioteca - Un ritrovamento che è stata una sorpresa, perchè dopo il rovesciamento del governo di Juan Domingo Perón, nel 1955, molto materiale fotografico e filmati sono stati distrutti".


Nascoste in mani private per oltre sessanta anni, le immagini sono tornate di attualità presentando la vicinanza di Eva Peron al popolo, le sue visite ai bisognosi, le sue attenzione a queste persone, il suo lavoro in ufficio e i contatti con le associazioni. "Eva è una leggenda, un mito nella storia argentina che ha convertito il suo ruolo di 'first lady' in missione della sua vita. Comprendeva le necessità del popolo, soffriva con il popolo perchè è dal popolo che lei veniva", ha detto Alexander.

"Evita inédita" fa parte della collezione "Fotografie inedite del peronismo" della Fototeca Benito Panunzi della Biblioteca Nazionale, composta da un totale di 68 immagini che saranno esposte in quattro mostre diverse nel corso di quest'anno. "La prima è questa dedicata a Eva Peron. Le foto vanno dal 1946, quando ha assunto il ruolo di "prima donna" della nazione fino al 1952, quando morì vittima di un cancro", aggiunge Alexander.

Roberto Baschetti, responsabile del Dipartimento di Acquisizione e Intercambio della Biblioteca Nazionale, è stata la persona che, cercando medaglie sul movimento peronista, si è imbattuto in questa collezione, muovendo poi i primi passi per l'acquisizione del materiale fotografico. La collezione è composta da 1.368 negativi in bianco e nero, di diverse misure, alcuni del marchio Kodak, che sono stante analizzate e sono disponibili per la consultazione da parte dei ricercatori e del pubblico nella fototeca della istituzione pubblica.

"Sono tutte originali, non conosciamo gli autori, abbiamo solo trovato un riferimento a un fotografo dal nome Luchetta, che probabilmente faceva parte del numeroso staff del governo di Peron per documentare ogni sua attività", ha spiegato Alexander. Un'ulteriore analisi del materiale ha fatto sì che si scoprisse che gran parte dei negativi facevano parte degli archivi del giornale "Democracia", fondato nel 1945, e della rivista quindicinale "Mundo Peronista", editada tra 1951 e il 1955.

"La relazione di Evita con la macchina fotografica parte fin da quella che è stata la sua carriera artistica, poi divenuta la moglie di Peron, ha sempre avuto un rapporto cordiale con i fotografi della stampa", ha spiegato lo storico. Insieme alle fotografie della mostra "Evita inédita", la Biblioteca Nacional presenta anche varie edizioni di libri dedicati a Evita, così manifesti dell'epoca che la mostrano sorridente e con i capelli sciolti.

"Eva è morta molto giovane ed è diventata un mito della storia argentina - conclude Alexader nell'intervista all'agenzia spagnola Efe - Se suo marito fu l'anima della profonda trasformazione politica dell'Argentina, Evita si eresse a referente storico. Non c'è nessuno in America Latina e nel mondo che non sappia chi sia Evita Peron".

fonte Efe

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