lunedì 17 marzo 2014

Censurata la protesta di un Indiano amazzonico davanti alla Coppa del Mondo

 © Sarah Shenker/Survival
Nixiwaka Yawanawá, un Indiano amazzonico del Brasile, ha accolto a Londra il trofeo della Coppa del Mondo con una maglietta sui cui si leggeva “Brasile: ferma la distruzione degli Indiani”. Con il volto dipinto e il copricapo della sua tribù, Nixiwaka voleva richiamare l’attenzione sugli attacchi del Brasile ai diritti della popolazione indigena. 

Coca-Cola e la FIFA, però, gli hanno impedito di mostrare il messaggio scritto sulla maglietta mentre posava per una fotografia a fianco della coppa. Nixiwaka e Survival International denunciano che, a cinquecento anni dalla colonizzazione, gli Indiani brasiliani vengono ancora uccisi per le loro terre e le loro risorse. 



© Survival
Il Brasile si presenta come una democrazia multiculturale e ha affermato che ospiterà una Coppa del Mondo destinata a “tutti”, nel frattempo però il governo e i proprietari terrieri stanno cercando di aprire le terre indigene a grandi progetti industriali. È infatti stato proposto un emendamento costituzionale che darebbe al Congresso brasiliano, fortemente influenzato dalle lobby agricole anti-indigene, voce in capitolo nella demarcazione dei territori indigeni. Questo creerebbe ulteriori ritardi e ostacoli nella protezione dei territori ancestrali degli Indiani.

Un altro controverso progetto di legge vorrebbe aprire i territori indigeni ad attività minerarie, dighe, basi militari e altri progetti industriali. Per questo, gli Indiani stanno protestando con forza in tutto il paese. I cambiamenti in discussione al Congresso sarebbero devastanti anche per gli Indiani incontattati che vivono nella foresta amazzonica brasiliana. La demarcazione e la protezione della loro terra, infatti, è essenziale per la loro sopravvivenza: non hanno difese immunitarie verso le malattie trasmesse dagli esterni e qualsiasi forma di contatto rischia di portarli all’estinzione. Molti di loro, inoltre, subiscono i violenti attacchi dei taglialegna e dei minatori illegali che hanno invaso i loro territori.

© FIFA
In questo momento gli occhi del mondo sono puntati sul Brasile e la Coppa del Mondo: è una buona opportunità per far conoscere alla comunità internazionale la lotta per le nostre terre” ha detto Nixiwaka. “Abbiamo bisogno del sostegno di tutti per salvare le nostre foreste, da cui dipende la nostra sopravvivenza. Spero che il governo brasiliano decida di rispettare i diritti territoriali indigeni, e che altri paesi seguano il suo esempio.”

© Paul Borhaug/Survival
Alcune tribù brasiliane, come i Guarani, aspettano da molti anni che il loro territorio venga demarcato. Oggi sono costretti a vivere in condizioni squallide e pericolose ai margini delle strade o in riserve sovraffollate perchè gran parte della loro terra ancestrale è occupata da allevamenti di bestiame e piantagioni di canna da zucchero. I Guarani soffrono di malnutrizione, malattie e alcolismo, e i loro leader vengono spesso presi di mira e uccisi dai sicari degli allevatori.

© Survival
Di recente anche Coca-Cola, promotrice del tour della Coppa del Mondo e tra i maggiori sponsor dei mondiali, è stata coinvolta nella lotta per la terra dei Guarani: un rapporto ha infatti rivelato che la compagnia si rifornisce di zucchero dal gigante americano Bunge il quale, a sua volta, compra canna da zucchero dagli agricoltori che si sono impossessati della terra guarani. Coca-Cola deve smettere di comprare zucchero dalla Bunge” ha detto a Survival un portavoce Guarani. “Mentre queste compagnie fanno profitti, noi soffriamo fame, miseria e omicidi.”

“Spesso il Brasile viene presentato come un’economia di successo, soprattutto adesso per l’avvicinarsi della Coppa del Mondo. Bisognerebbe, però, riconoscere che la crescita economica del paese ha un costo umano altissimo: la morte di centinaia di migliaia di indigeni nell’ultimo secolo e la distruzione di intere tribù. È arrivato il momento di riconoscere il lato oscuro del Brasile” ha detto il Direttore generale di Survival, Stephen Corry.

fonte survival.it

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