martedì 25 marzo 2014

Argentina: il golpe del 1976 e in tv davano Argentina-Polonia

Il 24 marzo 1976 la televisione argentina trasmetteva la partita che la nazionale albiceleste stava giocando in Polonia contro la formazione dell'Est Europa. Nessun altro contenuto passava sui canali tv, mentre nelle strade cominciavano le urla di panico, la tortura e i sequestri. Era il giorno che ha segnato una grande parte della storia argentina.

Jorge Rafael Videla e Emilio Eduardo Massera stavano mettendo in atto il golpe che avrebbe portato i militari al governo. A mezzanotte, pochi minuti dopo che la nazionale argentina aveva vinto la sfida con i polacchi per 2-1, la la presidente Isabel Martínez de Perón fu destituita, arrestata e trasferita nella provincia di Neuquén. I militari erano i nuovi padroni dell'Argentina.



Il potere anestetico di una partita di calcio sul popolo aveva funzionato ancora una volta, o meglio aveva attutito il 'rumore' del golpe, mentre gran parte della nazione seguiva le vicende della propria nazionale in tournée in Europa. All'entusiasmo del gol segnato, purtroppo corrispondeva da un'altra parte un grido di terrore. I media in quel giorno erano già sotto il pieno controllo dei militari e la partita aveva contribuito a distrarre il paese su ciò che stava succedendo.

In verità fin dalla mattina il nuovo governo dei militari aveva preso il potere, ma aveva tranquillizzato il popolo comunicando che la partita tra Argentina e Polonia sarebbe sicuramente andata in onda, in una programmazione fatta unicamente di marce militari e comunicati della giunta. 

Tra l'altro la sera prima un'altra importante sfida calcistica, quella tra il River Plate e venezuelani del Portoguesa, valida per la Copa Libertadores, aveva 'mandato a letto' molto tardi gli argentini. A mezzogiorno del 24 marzo invece, i gol di Luque e Houseman regalavano gioia ai tifosi della nazionale, mentre altri argentini venivano 'risucchiati' dalla dittatura, scomparendo per sempre e altri cercavano di nascondersi dove potevano.

In quei giorni la stampa esaltò il successo dell'albiceleste come la più grande vittoria esterna nella storia della nazionale. Il tour della squadra allenata da "Flaco" César Menotti aveva visto il successo degli argentini sulla Russia, a Kiev, per 1-0, successivamente ci furono anche sconfitte come quella contro l'Ungheria e l'Hertha Berlino. La stampa era 'costretta' a parlare solo di futbol, mentre in patria gli intellettuali, gli studenti militanti e i sindacalisti sparivano, venivano arrestati, torturati, assassinati e nel miglior caso costretti all'esilio. La nazionale giocava e i militari gestivano il 'Processo di riorganizzazione nazionale'. 

Il calcio e i Mondiali in Argentina del 1978 sono stati, loro malgrado, la miglior propaganda in una Paese dominato dal terrore. Intrattenere e 'confondere' le persone grazie a una delle passioni più grandi degli argentini, calzò a pennello per gli obiettivi della giunta militare. Un altro 24 marzo è appena passato e in Argentina si è celebrata l'ennesima Giornata della Memoria, nella quale si sono accese 30.000 fiammelle per ribadire che nessuno dimentica e soprattutto che tutti vogliono che non succeda mai più una cosa del genere. Nunca Mas.

fonte Infobae.com

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