venerdì 22 marzo 2013

El Salvador: 33 anni fa l'atroce assassinio di Monsignor Romero


Il 24 marzo 1980 l'arcivescovo di El Salvador, Óscar Arnulfo Romero, veniva barbaramente assassinato, colpito da un cecchino, mentre stava celebrando la Messa nella cappella dell'ospedale della Divina Provvidenza. Il paese centroamericano, a 33 anni dalla sua morte, ha celebrato la figura di quest'uomo che ha pagato con la vita il suo impegno verso i più deboli e il coraggio di denunciare le violenza della dittatura.

Nelle strade della capitale salvadoregna sono sfilate moltissime persone, anche straniere, per celebrare la memoria di questo martire cattolico. L'evento è stato organizzato dalla Fundación Monseñor Romero e dalla Chiesa Cattolica ed è cominciato con un'incontro nel quale si è parlato della figura e dell'operato di monsignor Romero. Successivamente i partecipanti hanno sfilato per le strade e raggiunto la Cattedrale di San Salvador dove l'arcivescovo è sepolto.


"Un vescovo potrà morire, ma la Chiesa di Dio, che è il popolo, non morirà mai", sono le parole di Óscar Arnulfo Romero y Galdámez, arcivescovo di San Salvador, che ha pagato con la vita il suo desiderio di ascoltare la voce dei meno fortunati, ma anche il suo impegno nel denunciare le ingiustizie e i soprusi della dittatura del suo paese.

Nel giorno della sua morte, Romero, nel corso della sua omelia stava dicendo alla sua gente come il governo di El Salvador mandasse i bambini nei campi per scoprire quali fossero quelli minati, bambini che morivano, restando squarciati dalle esplosioni. 

Rimane la sua grande opera pastorale, il suo impegno e il suo sacrifico, nella più pura logica evangelica. Quel proiettile ha ucciso Mons.Romero, ma non la sua opera. "Se muoio risorgerò nel mio popolo" diceva e così è stato. Quello che e' definito "Il Santo de America", ancora oggi vive tra la sua gente e nelle coscienze di tutte le persone che lottano ogni giorno, nel mondo, per la difesa dei diritti umani.

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