lunedì 14 gennaio 2013

Terzi: "L'America Latina è una realtà ricca di opportunità per la crescita"

Giulio Terzi,
ministro Affari Esteri 

A Milano si è svolto il seminario "Il partenariato strategico America Latina-Unione Europea e le sfide della globalizzazione: le PMI come motore della crescita comune", al quale era presente il ministro degli Affari Esteri italiano, Giulio Terzi che ha dichiarato: "L’America Latina è un subcontinente ricco di opportunità per l’Italia e l’Unione Europea in un’ottica di crescita, attivando una collaborazione sul modello delle piccole e medie imprese, dell’innovazione e delle smart cities". 

Nel suo intervento, il ministro Terzi ha proseguito dicendo: "Il primo cambiamento riguarda il peso crescente dei Paesi emergenti e in via di sviluppo: dal 2001 al 2012 il loro PIL è aumentato dal 38% al 50% di quello mondiale. Nel 2020 un nuovo, parallelo G7 supererà il PIL dei sette originari Paesi più industrializzati e due dei maggiori Paesi emergenti - Brasile e Messico - sono in America Latina. Tanti altri Paesi di dimensioni minori registrano alti tassi di crescita nella regione. Questa non è più un’area di fragilità, ma un subcontinente di dinamismo e opportunità, enormi risorse naturali e grandi progetti infrastrutturali".


"Gli stessi scambi commerciali tra i Paesi latinoamericani sono decuplicati negli ultimi due decenni grazie ai processi di integrazione regionale. Nuove prospettive potrà aprire la conclusione di un Accordo di Associazione tra l’Unione Europea e il Mercosur. Tale auspicato evento, non ancora a portata di mano, creerebbe l’area di libero scambio più grande del mondo, con più di 750 milioni di consumatori.

L’Europa è già oggi la principale fonte di investimenti diretti nell’America Latina e il suo secondo partner commerciale. Ma deve fare i conti con la concorrenza internazionale Per vincere la competizione in America Latina, l’Unione Europea non può non puntare sull’Italia, partner naturale della regione per radici storiche, flussi migratori, comunanza di valori e affinità culturali"

Terzi ha poi evidenziato come sia fondamentale approcciare un nuovo modo di fare impresa. "Oggi i prodotti sono il risultato di una catena globale del valore, frutto di intermediazioni che travalicano frontiere. Più della metà del commercio mondiale dei manufatti e i tre quarti del commercio di servizi sono prodotti intermedi. Non basta puntare solo sul prezzo più basso o sul costo del lavoro a buon mercato. Nella competizione globale ci sarà sempre un produttore in grado di fare proposte più economiche delle nostre; ma risulterà vincente il Sistema Paese che immette nel prodotto la miglior combinazione di valore e di elementi immateriali, come la creatività e l’innovazione".

Per il ministro diventa quindi fondamentale la ricerca di intese, sinergie e obiettivi comuni tra i sistemi produttivi di Europa e America Latina e come diventi fondamentale il lavoro delle istituzioni per favorire le joint-ventures tra imprese europee e sud americane sia con un’attività di scouting delle opportunità, sia vigilando sulla tutela dei contratti e degli investimenti. Diventa importante lo sviluppo di un modello, che se sarà accolto, potrà dischiudere nuove opportunità per il sistema produttivo italiano. Perché, quando il riferimento sono la progettualità, la green economy e le smart cities, le piccole e medie imprese italiane sono competitive ovunque.

Terzi parlando poi dell'appuntamento milanese con EXPO 2015 ha detto: "L’EXPO di Milano sarà l’occasione per mettere le eccellenze italiane a disposizione di un modello di vita più sostenibile. Già 14 dei 18 Paesi latinoamericani hanno aderito alla manifestazione. Intendiamo affermare insieme il principio che l’innovazione e lo sviluppo economico devono essere al servizio della persona e dell’ambiente. Incoraggiamo la partecipazione degli altri 4 Paesi, a partire dal Messico che ha già manifestato interesse all’adesione".

In conclusione del suo intervento Terzi ha sottolineato che "sostenere un modello di sviluppo fondato sulle piccole e medie imprese e le smart cities in una realtà vasta e complessa, come quella dell’America Latina, può avere il sapore di una sfida. È una sfida - io credo - che sarà però raccolta dalle leadership del subcontinente. Lì le piccole e le medie imprese non sono viste solo come agenti utili a modernizzare la struttura produttiva, ma anche come strumenti per espandere il ceto medio e ridurre le disuguaglianze. D’altra parte, migliorare i servizi e la qualità della vita nelle città aiuta a contrastare povertà e emarginazione sociale, e crea le premesse per un’ulteriore crescita del PIL"..

fonte esteri.it

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