martedì 13 novembre 2012

Un romanzo sull'eccentrica figura di Clemente Onelli

Clemente Onelli

L'eccentrica personalità di Clemente Onelli, l'italiano che fu esploratore in Patagonia e in seguito direttore dello zoo di Buenos Aires, rivive in un romanzo del poeta, giornalista e critico d'arte argentino, Alberto Mario Perrone. 

Le mappe geografiche ricordano oggi questo 'signore' con il nome di un ghiacciaio vicino al celebre Perito Moreno, così chiamato in omaggio all'esploratore argentino che esplorò la parte estrema dell'Argentina e con il quale Onelli ha collaborato nella ricerca e studi di paleontologia.



Il romanzo è intitolato "La giraffa di Clemente Onelli", e si ispira ad un famoso episodio accaduto nel 1912,  quando l'allora direttore dello zoo, recatosi al porto di Buenos Aires per ritirare l'esemplare di animale africano, dopo averlo legato con una corda, si mise a camminare per le strade della capitale portena per portarlo nella sua nuova 'casa'. Camminando tranquillamente con il suo sombrero bianco in testa e tra la curiosità dei passanti e della stampa.

Quell'italiano curioso, desideroso di diffondere la vita e il comportamento degli animali con tutti i mezzi, era conosciuto per la sua infinita immaginazione, come quando progettò  un acquario sotterraneo che avrebbe unito il giardino zoologico e quello botanico di Buenos Aires. Una delle tante idee che generarono anche un detto popolare: "Sono cose da Onelli".

Nel romanzo di Perrone, Onelli è il personaggio principale di una ricerca che fanno su di lui un ricercatore e il suo giovane assistente. Nella storia molti i personaggi di quel tempo, dalla moglie di Onelli, María Celina Panthou, con la quale visse nella casa costruita all'interno dello stesso zoo, fino allo scrittore Horacio Quiroga o al principe ereditario italiano Umberto di Savoia, che visitò l'Argentina nel 1924. 

fonta Ansalatina

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