martedì 18 settembre 2012

La giustizia cilena ha deciso: Allende si suicidò


In occasione del triste anniversario dell'11 settembre, giorno del golpe militare in Cile e della morte dell'allora presidente Salvador Allende, la giustizia cilena ha messo la parola fine su una questione che da tempo aveva aperto un vivace dibattito ovvero la verità sulla sua morte: suicidio o omicidio? Dopo diversi mesi di inchieste, compresa la riesumazione del corpo di Allende, il tribunale ha decretato che la morte è avvenuta per suicidio.

La morte di Allende nel palazzo de la Moneda, 39 anni fa, era sempre rimasta segnata da un dubbio, anche se la versione ufficiale, fin dall'inizio, era quella del suicidio. La Terza Corte d'appello del tribunale ha ora chiuso la vicenda, decretando che Allende si sparò due colpi con il fucile AK-47. 



I testimoni dell'epoca hanno sempre dichiarato di aver udito il grido "Dannazione, Allende non si arrende!" e subito dopo una raffica di fucile. Da allora però non c'è mai stata una verità ufficiale, tanto che nel 2011 sono stati riesumati i resti di Allende e 'studiati' da un equipe di esperti, anche di altri paesi, che conclusero le loro analisi con un documento che riportava: "Forma medico legale della morte: suicidio".

I medici legali conclusero che le lesioni trovate sul corpo di Allende sono attribuibili a due proiettili di fucile. "Lesioni derivanti dalla perforazione del cranio dovute a proiettili di arma da fuoco posta a contatto".  Il perito balistico britannico David Pryor ha specificato che Allende appoggiò al mento il fucile AK-47 e si sparò due colpi che presero la stessa traitettoria.

Una verità che non cambia la storia di un uomo che aveva ridato speranza ad un paese e che i militari e le forze politiche anche straniere hanno voluto spegnere. Isabel Allende, senatrice del Partito Socialista e figlia minore dell'ex presidente, in occasione dell'anniversario della sua morte, ha ricordato: "Nei primi giorni di settembre del 1973, mio padre preoccupato per le inondazioni e un terremoto che aveva colpito il Messico, ha chiesto a me e mia madre di andare in quel pease per eprimere la solidarietà del Cile. Rientrati a Santiago il 9 settembre, ci accorgemmo subito come l'ambiente fosse carico di olta tensione".

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