giovedì 21 giugno 2012

Evo Morales ambasciatore della quinoa


Il presidente boliviano
Evo Morales

Quello che viene considerato l'alimento base delle popolazioni andine e che oggi è molto 'in voga' nei negozi di prodotti ‘bio’, la quinoa, ha da ora il suo rappresentante speciale al livello internazionale: si tratta del presidente boliviano Evo Morales.


Morales è stato recentemente a Roma ed è stato nominato dalla Fao ambasciatore del cosiddetto ‘grano sacro degli Incas’, di cui da tempo promuove la produzione per fare fronte alla crisi alimentare. La nomina è stata definita da Morales ”un importante passo per decolonizzare l’alimentazione convenzionale” e offrire ”alternative che fanno bene all’umanità” ma, tuttavia, ancora tenute poco in conto dai governi. 



Per anni la quinoa è stata malvista, come il movimento indigeno. - ha proseguito il presidente boliviano - Ricordare questo passato è ricordare una discriminazione, mentre ora se ne riconosce il valore alimentare. E' un dono ancestrale degli indigeni andini e da millenni è coltivata in armonia con la Madre Terra”.


Vegetale ricco di proteine e aminoacidi essenziali, oltre che privo di glutine, elementi che ne spiegano la crescente diffusione planetaria anche grazie al commercio equo e solidale, la quinoa è raccomandata finanche dalla Nasa dal 1993 per la dieta degli astronauti, ha ricordato l’agenzia ufficiale boliviana Abi. Per promuoverne al livello globale il valore alimentare, l’Onu ha peraltro proclamato il 2013 Anno internazionale della quinoa Secondo l’istituto nazionale dell’Innovazione agrozootecnica e forestale (Iniaf), la Bolivia è il primo produttore ed esportatore mondiale di quinoa.


Nel Paese latinoamericano, la Cooperazione italiana interviene tra l’altro proprio con un programma per il Rafforzamento delle Banche di Germoplasma vegetale del sistema nazionale di risorse genetiche per l’agricoltura e l’alimentazione, ancora in corso: Cereali e Leguminose di Pairumani, Tuberi e Radici Andine, di Toralapa, Grani Alto-andini di Quipaquipani, a La Paz.


fonte esteri.it

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