martedì 14 febbraio 2012

Brasile, una 'calamita' per le professionalità straniere

Il Brasile si è posto l'obiettivo di diventare la quarta economia mondiale entro il 2030 e il governo ha reso più flessibili le condizioni di ingresso e permanenza nel paese per i lavoratori altamente qualificati. Pare proprio che "O mais grande do mundo", la simpatica frase che i brasiliani dicono riferendosi al proprio paese, stia diventando una realtà. Quello che viene definito come il "miracolo sudamericano", grazie ad una stabilità democratica che dura da circa 30 anni, ha portato il Brasile a diventare la sesta economia mondiale.

Un obiettivo raggiunto anche per una politica di rafforzamento delle istituzioni e di apertura agli investimenti privati oltre ad una riduzione dell'inflazione che nel suo peggiore periodo era giunta fino al 2000%. Una cosa è certa la nazione carioca ha superato Francia e Gran Bretagna nel ranking economico mondiale e punta al quarto posto alle spalle di China, Stati Uniti e India.


Un percorso questo che necessita anche di molte professionalità e in diversi settori e per questo motivo la Segreteria degli Affari Strategici ha emesso un comunicato nel quale afferma la necessità di rendere più flessibili le leggi sull'immigrazione per facilitare l'ingresso nel paese di professionisti e tecnici qualificati.  In altre parole, il Brasile è cresciuto tanto e più velocemente della formazione della propria gente ed ora necessità di 'personale' straniero per non perdere il ritmo acquisito.

Si tratta di un fenomeno non solo legato al Brasile, perchè anche le altre nazioni che fanno parte del gruppo BRIC (Brasile, Russia, India e Cina) stanno sviluppando strategie per 'catturare' mano d'opera qualificata straniera. A questi quattro si devono aggiungere anche i paesi chiamati "Next Eleven" e che comprendono, tra gli altri, Corea del Sud, Messico e Indonesia, che allo stesso modo stanno diventando 'terreni fertili' per gli investimenti e l'occupazione.

fonte infobae.com


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