martedì 7 febbraio 2012

Amazzonia: protestano le tribù indigene per i lavori sulla diga del fiume Xingu

Una pacifica protesta delle tribù indigene, ha bloccato per qualche ora l'inizio dei lavori di sbarramento del fiume Xingu per la costruzione della controversa diga di Belo Monte, in Brasile, dove secondo quanto riferisce International Rivers, il consorzio Norte Energia (NESA) ha iniziato a costruire dighe temporanee sul fiume Xingu, per drenare le aree di costruzione della diga definitiva.

"Continueremo ad opporci a questa mostruosità e a denunciare di fronte all'opinione pubblica brasiliana e al mondo intero questa distruzione indiscriminata del Rio delle Amazzoni , che danneggerà a tutti noi - ha dichiarato Antonia Melo, coordinatore del movimento Xingu Vivo - Per togliere il fiume è di togliere la vita della sua gente, perché l'acqua è vita".


Oltre a deviare l'80 per cento del flusso del fiume Xingu, la diga Belo Monte distruggerà le case e l'ambiente di 16.000 persone, secondo il governo brasiliano. Secondo le associazioni ambientaliste in realtà saranno 40.000 le persone che potrebbero essere costretto ad abbandonare case e campi. Amazon Watch, un gruppo attivo nella campagna contro la diga di Belo Monte, afferma che la diga sommergerà oltre 40.000 ettari di foresta pluviale.

Le tribù indigene denunciano inoltre di non sono state informate dell'inizio dei lavori da parte della Norte Energia (NESA), se non quando il fiume era ormai divenuto rosso dal fango. "Quando abbiamo saputo quello che stavano facendo, la tristezza ci ha quasi ucciso - commenta Josinei Arara, della comunità indigena Arara, che vive a 10 miglia a valle del sito della diga Pimental - I costruttori della diga non hanno mantenuto alcuna delle loro promesse di compensazione, ma nel frattempo stanno assassinando il nostro fiume".

Il governo brasiliano dice che la mega-diga è necessaria a soddisfare le esigenze energetiche di un paese in rapida crescita. La diga dovrebbe fornire energia sufficiente ad alimentare 23 milioni abitazioni, ma la continua diminuzione dell'acqua dei fiumi amazzonici, mette in dubbio queste previsioni. Lo scorso novembre, un tribunale brasiliano aveva stabilito che le comunità indigene non hanno diritto alla libera, e previa consultazione né ad essere informate in quanto la diga di Belo Monte non viene costruita sui loro territori ancestrali. I quali però finiranno sott'acqua, alla faccia dei diritti indigeni sanciti da leggi, costituzioni e trattati internazionali.

fonte salvaleforeste.it

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