giovedì 17 novembre 2011

In Centro-America economia in crescita nonostante le condizioni climatiche

Il direttore per la pianificazione della Segreteria per l'Integrazione Economica Centro Americana (Sieca), Mauricio Garita, ha detto che "l'economia del Centro America ha registrato un buon anno. Quest'anno è stato positivo comparato con quelli precedenti alla crisi ed è andato crescendo sempre più".   

Le statistiche della SIECA registrano, durante il primo semestre dell’anno, un ingresso dovuto alle esportazioni di 14.645,5 milioni di dollari, un incremento del 28,8% rispetto al primo semestre del 2010, equivalente a US$ 2.623,5 milioni in più. Nel rapporto non sono incluse le cifre derivanti dalla fornitura di servizi come il turismo. Per Garita, la buona notizia dell’anno è che “le esportazioni hanno recuperato, tema che preoccupava uscendo dalla crisi economia (del 2008)”. Circa il 40% delle esportazioni si registra nell’intercambio tra gli stessi paesi centroamericani e la maggior parte della restante percentuale con gli Stati Uniti.

I dati, secondo il SICA, dimostrano “l’importanza” che l’aria commerciale centroamericana ha acquisito in qualità di piattaforma per le imprese della regione, che oltre a generare impiego permette loro di ammortizzare i rischi del mercato finanziario internazionale e al consumatore di beneficiare di prezzi competitivi.
L’economia regionale migliora, sebbene in El Salvador le prospettive di crescita per la fine dell’anno fossero del 2,5%, ma a causa dell’impatto generato dalle intense piogge, durate dieci giorni, ad ottobre, nel migliore dei casi potrebbe registrare l’1,4%, hanno segnalato gli specialisti.

Le piogge hanno avuto un impatto minore in Guatemala e in Honduras. La conclusione di un’analisi del Sistema di Integrazione Centroamericana (SICA) è che “nonostante le sfide che la regione affronta, incluso il cambio climatico ed il narcotraffico tra i più gravi, il commercio intraregionale ed extraregionale continua a ritmo crescente”. L’economia non è stata influenzata dall’incertezza naturale che provocano sempre eventi elettorali, come quelli in Guatemala ed in Nicaragua per eleggere un nuovo presidente. Tuttavia, le importazioni totali dell’istmo centroamericano hanno raggiunto 26.159,9 milioni di dollari nei primi sei mesi dell’anno, con cui un’analisi del SIECA conclude che “la bilancia commerciale centroamericana è strutturalmente deficitaria: si importa più di quanto si esporta”.

Durante il primo semestre del 2011, la regione ha accumulato un deficit commerciale di 11.514,4 milioni di dollari, un incremento del 24% rispetto allo stesso periodo del 2010. Nonostante il deficit commerciale, per Garita, l’incremento delle importazioni “riflette il fatto che il consumo è migliorato, e questo è ciò che appare, i paesi del Centro America si apprestano a chiudere, secondo le banche centrali, con una crescita in alcuni paesi molto buona, buona e in altri normale”.

I paesi che più cresceranno nell’istmo saranno Costa Rica e Panama con valori che potrebbero arrivare fino al 5%. Senza fornire cifre, il direttore della pianificazione della SIECA ha evidenziato che a livello di investimenti “quest’anno è stato migliore” in virtù del fatto che c’è stata “un’attrazione molto più chiara nell’incremento dell’ingresso di multinazionali, franchising e un’espansione delle imprese nazionali di ogni paese centroamericano verso altre nazioni della stessa regione e verso altri
mercati”.

Secondo la proiezione del SICA, se nel 2012 non si verificheranno fenomeni estremi come temporali “potrebbe essere un anno migliore” rispetto al 2011 per la crescita dell’industria e dei servizi, anche se ha chiarito che esiste una “incertezza” che in alcuni casi non lascia intravedere l’ottimismo.


Fonte iila.org

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