giovedì 27 ottobre 2011

Quell'uccellino imprendibile sulla fascia

Una volta un arbitro lo minacciò d'espulsione se non avesse smesso di dribblare un povero difensore che cercava di fermarlo. Questo era Manoel Francisco dos Santos, meglio conosciuto con il soprannome di Garrincha. Un nomignolo che gli aveva dato la sorella a causa del suo fisico minuto come quello di un uccellino. Due volte campione del mondo con il Brasile, aveva una distruttiva passione per donne e alcool, quest'ultimo causa della sua morte, che lo raggiunse solo e povero. Il 28 ottobre avrebbe compiuto 78 anni.

Quante le storie di calcio, quante le verità e quante le fantasie, ma il fascino e le immagini, a volte in bianco e nero, che rimangono, fanno ancora pensare che questo sport sia il più bello del mondo e che i suoi protagonisti siano una sorta di dei dell'Olimpo. Probabilmente è stato così anche per Manoel Francisco dos Santos, un ragazzino brasiliano, minato da una serie di problemi fisici, ma che riuscì per due volte nella sua vita ad alzare al cielo la famosa Coppa Rimet. Questo ragazzo ha scritto delle pagine importanti nella storia del calcio e il suo nome, per tutti, è sempre stato Garrincha. Il suo nome è il sinonimo di dribbling, un dribblig vertiginoso, ubriacante, che lasciava sul posto i suoi avversari, incapaci di fermarlo.

Garrincha, secondo i medici non avrebbe mai dovuto giocare a calcio, afflitto come era da molti difetti congeniti, eppure questo, ragazzino cresciuto in modo quasi selvaggio, nuotando e cacciando uccelli, proprio quelli chiamati con il soprannome che gli diede la sorella è diventato uno dei calciatori più forti nella storia del calcio brasiliano e di una nazionale fatta da 'eroi': Pelè, Vavà, Didì e Garrincha. Il Brasile che vinceva e incantava.

Un talento naturale, ma con una vita scandita fina da giovane età dalla passione per le donne e per l'alcool, passione, quest'ultima, che gli è stata fatale e che lo ha portato alla morte alla giovane età di 49 anni, dopo aver sperperato ciò che poteva aver guadagnato negli anni di gloria e soprattutto solo e dimenticato da molti. Garrincha è ritenuto il massimo rappresentante del cosiddetto futebol moleque ovvero il calcio visto come pura inventiva e improvvisazione, dove la tattica trovo poco spazio, mentre la gioia diventa la quintessenza del calcio. Finiti i giorni di gloria sui campi di calcio, il problema dell'alcolismo si è fatto sempre più grave fino a portarlo alla morte, solo, in un letto di ospedale.

Nessun commento:

Posta un commento