Cecilia Magnet |
Nei giorni scorsi a Buenos Aires, come racconta l'agenzia Ansa, due giornaliste cilene sono state ascoltate da un tribunale argentino in merito alla scomparsa, 37 anni fa, dei loro fratelli nell'ambito del Piano Condor, il nome che fu dato alla strategia delle polizie segrete delle dittature militari del Cono Sud e che portò alla sparizione di migliaia di latinoamericani.
Odette Magnet e Laura Elgueta hanno portato la loro testimonianza in merito alla scomparsa dei loro fratelli. "Più che aggiungere ulterioriori informazioni, vogliamo rivendicare giustizia per le nostre famiglie, ma anche dare un volto alla tragedia e al delitto comesso contro i nostri fratelli e sorelle".
Cecilia Magnet e il marito, Guillermo Tamburini |
Odette Magnet ha poi raccontato la storia di sua sorella Cecilia, sociologa all'Università Cattolica di Washington, allora ventisettenne, che fu arrestata la mattina del 16 luglio 1976 insieme al marito, il medico argentino Guillermo Tamburini, nell'appartamento nel quale abitavano. In quella mattinata arrivarono circa 30 poliziotti e, secondo la dichiarazione del maggiordomo, che fu obbligato a indicare chi fosse Tamburini, buttarono giù la porta e prelevarono la coppia.
Il medico oppose resistenza e fu colpito da una raffica di proiettili. La giovane donna veniva caricata su un Citroen, veicolo che usava in quel periodo la polizia militare. Il sangue di Tamburini rimase per alcuni giorni in mezzo alla strada. Dall'appartamento furono rubati libri, mobili, oggetti e anche il cibo. Una sola cosa rimase, un anello di Cecilia caduto sotto il letto, una sorte di muto testimone che lei aveva vissuto lì.
Il dittatore argentino Rafael Videla |
Alejandro Magnet, ex ambasciatore del Cile negli Stati Uniti, padre della giovane, venuto a sapere dell'accaduto, volò subito in Argentina e si incontrò con molte autorità, incluso il presidente Rafael Videla, che gli disse se era sicuro che sua figlia fosse stata in Argentina. A quel punto Magnet provò a parlare con i vicini di casa della coppia, ma nessuno disse nulla. Tutti erano stati minacciati di morte.
"Sono passati 37 anni e da allora non abbiamo un solo indizio su cosa sia successo a mia sorella. - ha detto Odette Magnet ai microfoni dell'Ansa - Oggi come allora abbiamo una sola cosa, una telefonata anonima ricevuta quel 16 luglio e che ci diceva che mia sorella aveva avuto un incidente in Argentina". Lo scorso anno Odette, per la prima volta, è entrata nella casa dove viveva sua sorella con il marito. All'uscita, sul pavimento, c'è una piastrella con incisa la frase "Qui visse e fu sequestrata Cecilia Magnet", nel 1976, l'anno peggiore della repressione in Argentina e in tutto il Cono Sud.
La presenza di Odette e della collega giornalista, davanti al tribunale argentino, ha dimostrato la volontà di fare uscire dall'oblio queste storie, per non far dimenticare i nomi di queste persone e per chiedere giustizia per loro. La Magnet ha elogiato anche il lavoro dell'avvocato Pablo Ouviña, che è stato in Cile per sentire le tante famiglie che hanno perso qualcuno in Argentina in quei tremendi giorni del 1976.
fonte Ansa
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