A Roma, presso il Consolato della Repubblica Argentina, nei primi giorni di gennaio si è svolto un incontro-conferenza tenuto dalla professoressa Cintia Russo dell’Università Nazionale di Quilmes e dell’Università di Buenos Aires dal tema “L’economia argentina intorno al secolo XXI”. Parte della conferenza è stata focalizzata sulla spiegazione della crisi del 2001 e sul successivo recupero argentino di questi ultimi anni.
La professoressa Russo ha fatto notare che dopo un periodo nefasto caratterizzato dalla dichiarazione di default, dall’instabilità politica nella quale si sono alternati 5 presidenti in un mese, dalla svalutazione del peso del 40% e la conseguente sensazione di perdita per gli investitori, l’Argentina ha iniziato un percorso di crescita nelle esportazioni, nell’industria nazionale e nella riduzione della disoccupazione.
Negli ultimi anni l’Argentina è cresciuta molto, secondo alcuni per effetto del “vento favorevole” ma il paese sta continuando a lavorare arduamente per continuare a svilupparsi, per esempio, potenziando il settore metalmeccanico considerato strategico per la crescita dell’industria nazionale. È necessario “approfondire le politiche per aumentare il valore del territorio, gli investimenti, generare maggiori e migliori posti di lavoro, incrementare la sostituzione delle importazioni e le esportazioni”, ha indicato Débora Giorgi (Ministro dell’Industria) prima dell’inizio dell’incontro con i dirigenti della UOM (Unione dei Lavoratori Metallurgici) e, ha posto l’accento su “più investimenti in macchinari e attrezzature, maggiore formazione per i lavoratori e orientare più risorse verso la ricerca e lo sviluppo”.
Tutto questo è stato possibile grazie ai Kirchner, forti governi a vocazione industriale, incaricati di promuovere l’inclusione sociale. Molto è stato fatto per migliorare le condizioni della popolazione attraverso sussidi che hanno permesso a molte madri di tenere con se i propri figli e allo stesso tempo di aumentare i consumi.
Tra gli accordi stabiliti all’interno del Piano Strategico Industriale 2020 c’è la necessità di avere un adeguato approvvigionamento di risorse (acciaio speciale e inossidabile, termoplastici, prodotti chimici, cellulosa, etc.) in scala ed a prezzi internazionalmente competitivi, in maniera tale che ciò che si produce possa soddisfare le necessità della popolazione e dell’industria nazionale.
fonte iila.org
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