venerdì 27 gennaio 2012

In America Latina e Caraibi il tasso di disoccupazione urbano è il più basso degli ultimi 20 anni

Nel 2011, secondo il rapporto annuale dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL), nelle città dell’America Latina e dei Caraibi la disoccupazione è scesa al 6,8%. Questo è il livello più basso di disoccupazione urbana registrato dal 1990, anno in cui l'OIL ha iniziato ad utilizzare l'attuale metodo di calcolo per misurare questo parametro nella regione.

Nonostante la buona notizia del calo della disoccupazione urbana rispetto al 7,3% nel 2010 (dato che peraltro migliorava i risultati del 2009, quando la disoccupazione raggiunse l’8,1% a causa della crisi globale), l'OIL ha posto l’attenzione sulla "necessità di affrontare le sfide inerenti al miglioramento della qualità del lavoro” nella regione, ed in particolare nelle città. Ad oggi, infatti, almeno la metà dei lavoratori urbani sono occupati nel settore informale, il che “implica condizioni precarie, generalmente accompagnate da livelli di remunerazione bassi, senza alcun accesso alla protezione sociale né tantomeno ai diritti dei lavoratori", spiega l'organizzazione internazionale.


In totale, nei 16 paesi analizzati dallo studio circa 93 milioni di persone lavorano nel settore informale, di cui 60 milioni in aziende non ufficialmente registrate, 23 milioni in imprese registrate e 10 milioni in servizi di tipo domestico. Questa “informalità” genera in 4 lavoratori urbani su 10 una carenza strutturale di protezione sociale, mentre il 43% di questi lavoratori non riesce a programmare e gestire il versamento dei contributi per uno schema pensionistico.

Tra i paesi che hanno registrato le migliori performance per quanto concerne il calo della disoccupazione urbana nel 2011 (anno di crescita per l'economia dell'America Latina), si segnalano Cile (dal 8,5% nel 2010 al 7,3% nel 2011), Ecuador (dal 8,1% al 6,3 %) e Panama (6,5% al 4,5%), secondo la comparazione dei primi 10 mesi di ogni anno. Notevoli anche i risultati di Argentina (dal 7,8% al 7,3%), Brasile (dal 7% al 6,2%), Colombia (dal 12,1% al 11,3%) e Uruguay (dal 6,8% al 6,1%). Questi dati dimostrano ulteriormente i progressi ottenuti dalla regione latinoamericana, sospinti dai prezzi elevati delle materie prime; i ricavi da queste esportazioni hanno permesso, a prescindere da ideologie e politiche economiche, livelli di crescita notevoli oltre ad un miglioramento dei servizi e del settore industriale in diversi paesi della regione.

Secondo l'ILO, è probabile che i livelli di disoccupazione urbana in America Latina rimangano intorno al 6,8% nel 2012, in quanto si prevede un rallentamento della crescita economica regionale. Per il 2011, lo studio dell'organizzazione internazionale ha inoltre confermato un altro risultato importante per i lavoratori latinoamericani, ovvero l’aumento dei salari minimi reali del 4,5% al netto dell'inflazione.


fonte iila.org


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