mercoledì 9 luglio 2014

Progetto per ripopolare la Patagonia con pecore clonate

Alcuni scienziati argentini stanno sviluppando un progetto il cui obiettivo è quello di ripopolare la Patagonia con pecore clonate, che compensino la perdita di circa 900.000 ovini a causa dell'eruzione del vulcano cileno Puyehue nel 2011.

Il progetto è diretto dal ricercatore Adrián Mutto, capo del Laboratorio di riproduzione e miglioramento genetico animale dell'Istituto di Ricerche Biotecnologiche, dipendente dal centro statale di ricerche scientifiche Conicet e della Università di San Martin. Il progetto sarà finanziato dalla Banca Interamericana di Sviluppo (Bid) e richiederà un investimento di 1.300.000 dollari.


Adrian Mutto
Mutto, in un'intervista, ha spiegato che il progetto si propone di moltiplicare e migliorare geneticamente una base di animali adattabili alla regione patagonica, dove appunto sono scomparsi 900.000 esemplari a causa dell'eruzione del vulcano Puyehue, ma anche dal lungo periodo di siccità del 2009.

La vacca Rosita
"L'idea è quella di migliorare la base degli animali colpiti nella regione patagonica, che è fondamentale perchè concentra il 67% della pastorizia ovina del paese", ha dichiarato Mutto, che lo scorso anno ha ricevuto il premio "Bernardo Houssay", come responsabile dello sviluppo della vacca clonata "Rosita", il primo bovino transgenico del mondo che produce latte simile a quello umano.

Il laboratorio funzionerà nel campus dell'Istituto Tecnologico di Chascomús che appartiene al Conicet ed è situato a 120 chilometri a sud di Buenos Aires. Il laboratorio ha una capacità di produzione di 4000 embrioni e 100.000 dosi annuali di seme per inseminazione artificiale e trapianti di embrioni. "Queste dosi di seme congelato risolveranno il problema della barriera sanitaria stabilita a partire dal Rio Colorado, che impedisce l'invio di animali vivi perchè zona libera da febbre aftosa", ha spiegato Mutto.

fonte Ansa

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