venerdì 13 giugno 2014

Giudice cileno richiede altri esami sui resti di Pablo Neruda

Il giudice cileno Mario Carroza ha richiesto ulteriori esami sui resti di Pablo Neruda, poeta cileno scomparso nel 1973, pochi giorni dopo il golpe che portò alla dittatura di Augusto Pinochet. Questi esami servono per identificare possibili virus o batteri iniettati a Neruda e che possono averne provocato la morte.

Saranno gli ultimi esami sui resti esumati del poeta, dopo che un team di undici periti internazionali ha scartato, nello scorso mese di novembre, la presenza di sostanze tossiche nel corpo di Neruda, al di là delle medicine che prendeva per il cancro alla prostata e che gli esami hanno confermato.


Il giudice Mario Carroza
"Questa ennesima ricerca, al di là degli esami già effettuati relativamente a possibili sostanze chimiche, vogliono verificare la possibilità delle presenza di una proteina o di un altro elemento di origine virale o batterica nei resti ossei di Don Pablo Neruda", ha detto in un'intervista radiofonica il giudice Carroza.

I resti ossei di Neruda, esumati nell'aprile dello scorso anni, saranno soggetti ad altri esami protonici e genomici presso dei laboratori specializzati in Spagna e in Svezia. Il poeta cileno morì il 23 settembre 1973, dodici giorni dopo il golpe che provocò la morte dell'amico e presidente cileno Salvador Allende. 

La versione ufficiale dice che Neruda sia morto a causa del cancro alla prostata mentre si trovava ricoverato in una clinica di Santiago del Cile, ma in seguito il suo ex autista, Manuel Araya, aveva denunciato che al poeta venne somministrato qualcosa mediante un'iniezione e che dopo poche ore morì. A questo punto sono iniziate le indagini da parte della giustizia cilena per verificare che la morte di Neruda non sia stata naturale, ma che sia stato assassinato per ordine di Pinochet.

fonte Afp

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