mercoledì 9 aprile 2014

"Di me ormai neanche ti ricordi" di Luiz Ruffato

Sotto il letto, una piccola e dimenticata scatola di legno: all'interno, il ritratto di un figlio, cinquanta lettere e tutto il dolore di una madre. "Di me ormai neanche ti ricordi" racconta gli amori, le lotte e la fatica di un giovane emigrato a San Paolo.

Una storia che si svolge mentre, sullo sfondo, affiora il Brasile degli anni Settanta, la dittatura militare, le vittorie della nazionale di calcio, le proteste operaie e soprattutto la miseria e la solitudine di chi è dovuto andare via e presto scopre che i poveri non fanno mai ritorno a casa. 


Luiz Ruffato, in questo suo libro, utilizza un commovente monologo epistolare per raccontare il passato recente del suo paese attraverso lo sguardo ingenuo, caparbio e generoso di suo fratello Célio. Ruffato, 52 anni, nato  Cataguases, nello stato di Minas Gerais, prima di diventare scrittore, ha fatto molti lavori ha venduto pop-corn, ha fatto il cameriere, il commesso, l'operaio in un'industria tessile, il tornitore metallurgico, il giornalista, il libraio e il ristoratore.

Oggi è unanimemente considerato il romanziere più interessante e originale della letteratura brasiliana contemporanea. Tradotto, pubblicato e pluripremiato in diversi paesi, Ruffato è riuscito nel giro di pochi anni a imporsi nel panorama letterario internazionale, raccontando un Brasile diverso, lontano dagli stereotipi e ancora tutto da scoprire per i lettori italiani.

Dello stesso autore e sempre edito da LaNuovafrontiera, il romanzo "Sono stato a Lisbona e ho pensato a te". Protagonista è Sergio, che ha un figlio e un'ex-moglie, qualche amico, un motorino e il vizio di fumare. Una volta aveva anche un lavoro, ma poi lo ha perso. In realtà, non ha più nessun motivo per rimanere a Cataguases, la sperduta cittadina brasiliana dove è nato. 

Tanto vale, allora, partire e andarsene in Portogallo, a fare fortuna. Anche perché il signor Oliveira gli ha detto che quello è il "miglior paese del mondo" per chi non ha paura di faticare e vuole diventare ricco alla svelta. Sérgio, allora, fuma la sua ultima sigaretta e se ne va in Europa. Un romanzo straordinario, caustico e commovente. Un piccolo capolavoro che racconta la vita ai tempi del permesso di soggiorno e ci dice chiaramente cosa stiamo diventando.

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