martedì 11 febbraio 2014

Salvador Cabañas, dalla fama al dramma e un presente per ricominciare

Quattro anni fa, Salvador Cabañas, oggi trentatreenne, era una stella del calcio latinoamericano, idolo dei tifosi messicani dell'America e punto di riferimento della nazionale del Paraguay in procinto di partire per il Mondiale in Sud Africa. Il 25 gennaio 2010 una pallottola gli si è infilata nel cranio e il sogno è diventato dramma.

23 giorni tra la vita e la morte, quindi un lungo calvario per la riabilitazione. Oggi Cabañas si guadagna la vita come panettiere. Tradito dalla moglie, dalla quale si è separato, ha perso quasi tutto, ma non il sogno di tornare a giocare e segnare.


Il giornale paraguaiano ABC ha intervistato l'ex stella del calcio albirrojo, che lavora insieme al padre, don Dionisio, dopo che la ex moglie e l'ex manager lo hanno mandato in rovina. "Sto lavorando con mio padre e vivo con la mia famiglia. Il lavoro mi piace e mi sto anche allenando. Il mio desiderio è giocare, giocare dovunque sia possibile. Il calcio e la mia famiglia sono il significato della mia vita", racconta Cabañas, in tutta umiltà, sulla sua attività che lo mantiene 'vivo' e sul suo grande sogno.

Sulla situazione con la ex moglie e sul suo tradimento, l'ex calciatore dice: "L'unica cosa che ho ancora a mio nome è la casa di Villa Aurela. Li vive la mia ex signora con i miei figli, (Santiago, 13 anni, e Mía Ivonne, 9). Mi ha minacciato di sporgere denuncia per abbandono del tetto coniugale, ma credo che sia solo per togliermi le ultime cose che ancora sono a mio nome".

Cabanas con la maglia
dell'America (Messico)
Una triste storia personale, che non impedisce a Cabañas di ricordare invece gli splendidi momenti vissuti prima di quel tragico 25 gennaio. "Quando sono stato colpito alla testa, proprio in quel periodo avevo un pre contratto di 1.700.000 dollari per il trasferimento al Manchester United o ad un altro grande club europeo. L'America mi raddoppiò il compenso, ero pagato come un giocatore europeo e avevo un appartamento ad Acapulco e uno a Cancun. Ora eccomi qui, ma sto cercando di tornare quello di prima".

Dionisio Cabañas, il padre di Salvador, rivela poi cosa avevano detto i medici in quei tragici momenti dopo l'attentato. "Dicevano che non aveva possibilità di sopravvivere e che in ogni caso avrebbe passato la sua vita su una sedia a rotelle e in stato vegetativo. Come potete vedere è qui. E' sano e lavora tutto il giorno. Molti pensavano che non ce l'avrebbe mai fatta".

"Mio figlio è stato due volte vittima. - continua Dionisio - E' stato vittima in quel 25 gennaio quando un criminale gli sparò per ucciderlo. Oggi è vittima della sua ex moglie, del suo ex manager e del suo avvocato. Gli hanno preso tutto quello che era riuscito a guadagnare. E' molto ingiusto e non si può tacere su quello che gli stanno facendo". 

Cabanas con la maglia della sua
nazionale, il Paraguay
Salvador Cabañas ha vissuto il tradimento sulla sua pelle, ha parlato con la morte in quei lunghi e interminabili giorni di coma, oggi però la vita gli concede una rivincita e lui non smette di coltivare il suo sogno.

 fonte infobae.com

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