martedì 25 febbraio 2014

Acqua, un bene prioritario da salvaguardare per Ecuador, Colombia e Perú

L'interesse a tutelare le risorse idriche dell'Amazzonia, la più grande riserva di acqua dolce non contaminata del pianeta, cresce tra quei paesi con condividono le loro frontiere in questa parte dell'America Latina: Ecuador, Colombia e Perú. Questi tre paesi propongono iniziative di gestione congiunte dell'acqua dei fiumi che alimentano il Rio delle Amazzoni.

La frontiera orientale tra questi tre paesi 'contiene' parte del polmone verde più grande dl mondo e la riserva di acqua dolce più grande dl pianeta, i suoi fiumi danno la vita e sono la principale via di sviluppo delle comunità urbane e rurali che sorgono intorno a queste vie d'acqua.


Le eventuali contaminazioni che subiscono questi fiumi pregiudicano le persone che vivono in queste aree e per questo motivo i governi di queste tre nazioni vogliono rendere comuni i loro sforzi per la protezione di questa ricchezza idrica.

Ecuador, Colombia e Perù hanno già annunciato proposte di sviluppo all'interno dei loro confini, come la Commissione Mista di Cooperazione dell'Amazzonia ecuadoriana-colombiana, focalizzata nella creazione di un Piano di gestione dei bacini idrografici dei fiumi San Miguel e Putumayo, con la finalità di garantire la qualità e la quantità di acqua necessaria per la vita delle comunità sia umane, sia animali e vegetali della regione.

Ognuna delle tre nazioni incoraggia queste iniziative che possono potenziare economicamente le comunità di queste aree, come ad esempio 400.000 persone nel nord amazzonico ecuadoriano beneficeranno di un nuovo ponte che si estende sul rio Aguarico come nuovo passaggio tra le province di Sucumbíos, Orellana e Napo e che è stato inaugurato da pochi giorni. 

Al contrario, il conflitto interno colombiano incide non poco sulla conservazione e tutela del bacino amazzonico. Tempo fa le Farc hanno fatto esplodere una parte dell'oleodotto Transandino vicino alla frontiera. Questo ha portato ad una situazione di emergenza ambientale per la contaminazione provocata dalla fuoriuscita di petrolio, che ha costretto l'azienda colombiana Ecopetrol ad intervenire a protezione del fiume Putumayo.

Questa zona è anche e purtroppo scenario del lungo conflitto legale tra l'Ecuador e la multinazionale nordamericana Chevrón, che operò in questa parte dell'Amazzonia dal 1964 al 1992, periodo nel quale sarebbero stati versati nel sottosuolo e nelle acque amazzoniche circa 19 miliardi di galloni di residui tossici. Un fatto che viene definito da tutte le organizzazioni ambientali ed ecologiche come "il peggior disastro petrolifero del mondo".

fonte www.andes.info.ec

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