martedì 18 giugno 2013

Giornalista brasiliano condannato per razzismo verso gli Indiani

Un giornalista brasiliano è stato condannato per discriminazione verso gli Indiani, da lui definiti come “ignoranti” e “sporchi”. In un articolo pubblicato dal sito Jornal NH, Ivar Paulo Hartmann aveva infatti scritto che “Oggi, in Brasile, le tribù rimaste sono composte da individui semi-civilizzati, sporchi, ignoranti e vagabondi, che vivono grazie alla generosità dei Bianchi”.

Hartmann è stato condannato a due anni di lavori socialmente utili e a pagare un risarcimento agli Indiani Kaingang del Brasile meridionale.  “Libertà di espressione non vuol dire incitamento all’intolleranza razzista e alla violenza, poiché queste compromettono il principio di uguaglianza di tutti di fronte alla legge” ha dichiarato il giudice Salise Monteiro Sanchotene.

Le descrizioni razziste dei popoli indigeni veicolate dai media rafforzano la falsa idea che questi popoli siano rimasti immutati per generazioni. Sono idee di sapore colonialista sono estremamente pericolose: spesso sono utilizzate per giustificare la persecuzione e l’imposizione dello “sviluppo” ai popoli indigeni, nonché il furto delle loro terre nel nome del “progresso”. In molti casi le conseguenze sono disastrose.

La campagna di Survival Il razzismo nei media intende porre fine alle descrizioni razziste dei popoli indigeni nei media, per difendere le loro vite e i loro diritti. L’Authority australiana per i media e le comunicazioni, ACMA, ha condannato per razzismo l’emittente nazionale Channel 7, a seguito di un reclamo inoltrato da Survival. L’emittente aveva trasmesso un reportage in cui gli indigeni Suruwaha del Brasile venivano definiti assassini di bambini, “reliquie dell’Età della Pietra” e i “peggiori violatori dei diritti umani nel mondo”.

fonte survival.it

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