venerdì 6 aprile 2012

"Racconti Fatali" di Leopoldo Lugones

Nel mese di marzo è stata presentata a Roma l'edizione italiana del libro "Racconti Fatali" di Leopoldo Lugones, poeta, giornalista e saggista argentino dei primi del Novecento. Lugones è considerato il maestro e primo interprete del racconto fantastico sudamericano e ha raccolto in questo libro cinque testi brevi, pubblicati nel 1924, tradotti oggi in italiano per la prima volta.

La nota comune a questi racconti è data proprio dall'aggettivo "fatali". Fatalità intesa come forza inevitabile che sembra determinare gli eventi e le azioni dell'uomo, condizionandone in maniera inappellabile i risultati. Passiamo in questo modo dal tema esoterico, a lui caro, presente in racconti come "Il vaso di alabastro" o "Il pugnale", a inserimenti nel mito letterario tradizionale come in "Agueda" o "Il segreto di Don Giovanni". Filo rosso che unisce queste storie è il fascino magnetico e troppo spesso fugace delle figure femminili che le attraversano, figure imprescindibili nella narrativa dello scrittore argentino, così come imprescindibile è la natura stessa del destino.


Lugones, nato a Villa de María del Río Seco il 13 giugno 1874, è stato un personaggio non facile e che ha generato non poche polemiche sulla sua volubilità politica: durante la sua vita passò dal socialismo al liberalismo e poi al conservatorismo e infine al fascismo. Disgustato dagli avvenimenti politici degli anni ’30 e anche dalla sua stessa militanza politica, Lugones si suicidò il 18 febbraio 1938 in un hotel di Tigre, 'El tropezón', ingerendo una miscela fatale di cianuro e whisky. Fu seppellito nel cimitero della Recoleta a Buenos Aires.

La presentazione del libro è avvenuta a Roma, presso Casa Argentina, organizzata dall'Ambasciata Argentina in Italia e la Nova Delphi Libri, casa editrice che ha curato l'edizione italiana. All'evento erano presenti la professoressa Rosalba Campra, la professoressa Camilla Cattarulla, che ha curato il saggio introduttivo e la Società Teosofica Italiana.

fonte romamultietnica.it

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