A Roma, il 14 febbraio è stato presentata, all'Istituto Cervantes di Roma, l'edizione italiana del libro “Il Complotto Mongolo” (“El Complot Mongol”) dello scrittore messicano Rafael Bernal. Il libro è stato pubblicato la prima volta nel 1969 dallo scrittore scomparso nel 1972, all'età di 57 anni, e considerato uno dei pilastri del genere noir messicano.
Città del Messico, anni ’60. La differenza tra poliziotto e sicario non esiste quando si tratta di uomini come Filiberto García; ed è proprio di lui che le alte cariche del governo messicano intendono servirsi per sventare un complotto internazionale. I tempi stringono e il presidente degli Stati Uniti rischia di essere ucciso. Filiberto ha quarantotto ore per svolgere le indagini secondo i propri metodi poco ortodossi.
Il complotto, che coinvolge FBI, KGB, militari e politici messicani, le trasforma in quarantotto ore di sangue. Le piste da seguire si accavallano e si confondono tra oscuri caffè cinesi, fumerie d’oppio, donne misteriose e agenti segreti. L’unico modo per portare a termine la missione è la legge della giungla: uccidi prima di essere ucciso. E Filiberto non perde mai l’occasione di essere il primo. Ma anche l’armatura di quest’uomo disilluso e tutto d’un pezzo può essere scalfita quando il suo destino s’incrocia con quello della giovane e bella Martita.
All'evento, tenutosi nella sede dell'Istituto Cervantes in Piazza Navona a Roma, presente l'Ambasciatore del Messico, Miguel Ruíz-Cabañas, insieme al prof. Stefano Tedeschi, della Università “La Sapienza” di Roma e il prof. Giovanni Marchetti della Università di Bologna, entrambi esperti in letteratura ispanoamericana, che hanno dibattuto sull'opera e sull'autore. Presente anche Andrea Ghezzi, traduttore del libro e rappresentante della casa editrice “La Linea”, che ha pubblicato l'edizione italiana dell'opera di Bernal.
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