lunedì 6 febbraio 2012

Argentina: le cascate dell'Iguazú una meta turistica seconda solo a Buenos Aires

Nel solo mese di gennaio, le splendide cascate dell'Iguazu, una vero spettacolo della natura che si condividono Argentina e Brasile, hanno avuto un incremento di 40 mila visitatori rispetto allo stesso periodo del 2011. Un dato che fa dire, con massima soddisfazione, alle autorità governative della provincia argentina di Misiones che si tratta di una 'eccellente' stagione turistica.

L'aumento di turisti in questa parte dell'Argentina è stata documentata dal direttore dell'Ente del Turismo di Puerto Iguazú, Héctor Claudio Alvarez, che ha evidenziato i dati rispetto a quelli dell'anno appena concluso. Una conferma che le cascate dell'Iguazu si pongono come meta turistica preferita per quanto riguarda l'Argentina. Il dato totale del 2011 parla di 1,3 milioni di visitatori nella provincia e alle cascate, cifra che porta Iguazu ad essere la prima meta turistica internazionale dell'Argentina, dopo Buenos Aires.


Un risultato che nasce anche da un grande lavoro di promozione da parte dell'ente del turismo locale per posizionare Misiones e le cascate come la meta turistica migliore della regione anche come luogo di vacanza. Non a caso questo luogo, lo scorso novembre, è stato inserito nelle nuove Sette meraviglie del mondo, dopo che il parco dell'Iguazu, nel 1984, era stato designato dall'Unesco, patrimonio dell'umanità.

Le Cascate dell'Iguazù sono un sistema di 275 cascate con altezze fino a 70 metri e si sviluppa per oltre 2,7 chilometri del fiume Iguazú. Dal lato argentino si trova La Garganta del Diablo (la Gola del diavolo), la più imponente fra tutte le cascate e che forma una U profonda 150 metri e lunga 700 metri. Il nome Iguazú viene dalle parole guaraní (acque) e guasu (grandi).

Una leggenda guaraní dice che un dio pretendeva sposare una bellissima ragazza chiamata Naipú, che però scappò con il suo amante mortale Carobain canoa. Arrabbiato, il dio modificò il fiume creando le cascate, nelle quali Naipù cadde trasformandosi in roccia, mentre Caroba si trasformò in albero. Sempre secondo la leggenda, da allora e da quella posizione i due amanti continuano ad osservarsi.
 

fonte argentina.ar

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