martedì 31 gennaio 2012

Il più grande telescopio ottico al mondo sarà in pieno deserto cileno

A Trieste è stato presentato l’European-Extremely Large Telescope (E-ELT), il telescopio ottico-infrarosso più grande al mondo che verrà realizzato entro una decina d’anni dall’European Southern Observatory (ESO) nel deserto di Atacama sulle Ande cilene, in località Cerro Amazones, a 3060 metri di quota.

La sua progettazione e realizzazione, ai limiti delle attuali capacità tecnologiche, vedono coinvolti una quindicina di Paesi, tra i quali l’Italia, membri dell’ESO. Questa presentazione italiana è avvenuta alla Sissa (Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati) dove è stata illustrata la spettacolarità del progetto e gli scenari che il “super-telescopio” potrà aprire nella sempre più profonda osservazione dell’universo.


L'E-ELT è un telescopio della classe dei 40 metri, quasi la metà di un campo da calcio. Grazie a un sistema di 5 specchi, di cui il maggiore di quasi 40 mt di diametro formato da un alveare di circa mille specchi esagonali da 1,4 mt ciascuno. Grazie alla sua imponente struttura riuscirà a raccogliere una quantità di luce 15 volte maggiore rispetto a quella raccolta dai telescopi più all’avanguardia della classe di 8-10 metri, attualmente in uso. Alla dimensione straordinaria degli specchi si uniscono le innovative tecnologie, come l’ottica adattiva di ultima generazione - un sistema che permette la correzione della sfocatura delle immagini stellari introdotta dalla turbolenza atmosferica - che permetteranno di realizzare enormi passi avanti nella comprensione dell’universo.

L'attuale conoscenza dell’astrofisica si amplierà enormemente grazie al contributo di E-ELT, che studierà gli oggetti più distanti, dalle prime galassie ai buchi neri super-massicci. E-ELT scruterà il cielo alla ricerca di pianeti extrasolari simili alla Terra e potenzialmente abitabili. Studiandoli nel dettaglio, avvicinerà gli astronomi a una migliore comprensione delle prime fasi della formazione di sistemi planetari, contribuendo a dare risposta all’ancestrale domanda: “Siamo soli nell’universo?”.

fonte Aise


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